Il corredo: retaggio del passato o una tradizione che persiste?
Il corredo è un’usanza tramandata dal passato che sembra ad oggi passata di moda o c’è chi pensa sia fondamentale preparare il corredo in largo anticipo?
Da dove nasce l’origine di quest’antica tradizione?
Beh, se volete scoprirlo facciamo insieme un tuffo nel passato.
Il corredo è un’usanza, una tradizione tramandata dal passato, che ad oggi sembra ormai scomparsa, ma in qualche angolo remoto del mondo c’è ancora chi a questa antica tradizione che persiste da secoli nei secoli, non vuole proprio rinunciarci.
Ma da dove nasce quest’usanza di preparare il corredo alle giovani fanciulle? Addirittura, lo si iniziava a preparare già in tenera età. Basti pensare che per il battessimo di una bambina molti dei regali ricevuti in dono consistevano proprio con “pezzi” del corredo. Sicuramente a quel tempo erano regali molto graditi per i neogenitori. Un piccolo augurio e una man forte per iniziare a preparare un corredo all’altezza per le proprie figlie, era bene visto.
Per spiegarvi meglio quest’usanza c’è bisogno di fare un tuffo nel passato.
Sin dai primi anni del Novecento le famiglie delle coppie che decidevano di sposarsi, prima di farli unire in matrimonio, stipulavano in forma scritta i “capitoli matrimoniali”, un vero e proprio contratto, più che altro un affare, tanto è vero che alla sposa non era concessa nemmeno la facoltà di decidere il proprio marito, ma era una scelta patriarcale dettata dal volere del capofamiglia. Un contratto stipulato in presenza di un notaio, dei padri di entrambi gli sposi, i fratelli della sposa e i testimoni.
Con quest’antico atto la famiglia della sposa concordava e quantificava con il futuro sposo la dote, l’insieme dei beni conferiti dalla sposa al marito. In due parole, era il contributo della donna per le spese e gli oneri matrimoniali derivanti dal matrimonio. Per le donne dell’epoca era un vero dramma non possedere una dote, perché questo comportava un enorme disagio tra cui l’impossibilità di trovare marito.
La dote consisteva in case, terreni, proprietà, denaro in contanti, argento e gioielli preziosi, oltre il famosissimo corredo.
Dopo le nozze la dote non diventava proprietà del marito ma era soltanto da lui gestita. In caso di mortalità di quest’ultimo, la dote tornava alla moglie, mentre in caso di morte della moglie, la dote veniva restituita alla famiglia d’appartenenza. Anche per il marito esisteva però una controdote, che consisteva anch’essa in denaro, beni immobili o introiti, ed era solitamente proporzionale alla dote.
Nel 1975 con il nuovo diritto di famiglia si pose fine all’obbligo della dote, da parte della futura sposa, ma questo non pose fine a quella tradizione di preparare un corredo speciale per la futura sposa, indipendentemente dall’estrazione sociale, che si può dire tutt’oggi persiste ancora.
Il corredo a sua volta si divideva in una parte per la casa e una personale, stoffe pregiate come la seta, l’organza, il puro lino, il damascato. Le madri si occupavano di questo insieme alle loro figlie dedicando molto tempo al ricamo e alla personalizzazione dei singoli capi. Pezzi unici e di gran valore. Riposti in antichi bauli dalla capienza senza un fondo. Anni e anni di duro lavoro per far sì che il corredo fosse perfetto. Addirittura, in passato si preparava una festa per mostrare il corredo della sposa agli invitati. Un rito ormai passato di moda.
Ma ad oggi cosa resta del concetto di corredo? C’è chi ancora persiste in questa antica tradizione o pensate che sia un retaggio del passato?
Beh, una cosa è certa, forse non si userà più preparare il corredo in largo anticipo, sicuramente è più bello scegliere un capo di proprio piacimento che un mausoleo anche di gran valore, stipato in un cassetto e mai messo perché fuori moda.
Però c’è da dire una cosa, che resta comunque una grande emozione e un gran piacere per le madri essere d’aiuto nella preparazione del corredo, e per le figlie avvalersi del loro supporto. Sono momenti unici e preziosi, indimenticabili nel tempo.
Serena Tizzano
Disegno di Vincenza Topo
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