Abito verde e trifoglio in tasca. Siamo Pronti per Saint Patrick’s Day!
L’Irlanda è da sempre conosciuta come luogo di magia e leggende, con i suoi boschi fantastici e paesaggi fiabeschi.
Ma c’è un giorno particolare in cui s’incontrano realtà e fantasia: il 17 marzo.
Ovviamente sto parlando del celebre Saint Patrick’s Day, il giorno più importante per gli irlandesi, e non solo.
Molti di noi (io per prima) abbiamo sempre sognato di correre in Irlanda propio in questa giornata, indossare un bel cappello a cilindro verde con barba finta, un vestito con un trifoglio e seguire parate e festeggiamenti.
Oggi scopriremo la storia, i significati e le leggende legate a questa festività.
Nel 1600 la festa di San Patrizio entrò nel calendario liturgico mentre nel 1903 diventò festa nazione in Irlanda, infatti a Dublino si festeggia in maniera spettacolare.
Come dicevo, tale giorno è fondamentale anche in alcune città del Canada, NewYork e Chicago, dove ogni anno il fiume viene tinto di verde per l’occasione.
Ma chi era San Patrizio?
Egli è venerato dalla Chiesa cattolica e il suo giorno ricade proprio il 17 marzo.
Il santo nacque da una famiglia di nobili romani tra il 385 e il 392 d.C.
Non sappiamo con certezza la città natale, ma si ipotizza fosse Kilpatrick, in Britannia.
A soli 16 anni fu rapito dal re Niall e venduto come schiavo al re del Dāl Riata dove imparò la lingua gallica, s’informò sulla mitologia celtica e si convertì al cristianesimo.
Fuggì per tornare dalla famiglia e fu nominato prima diacono poi vescovo in Gallia, da quel momento cominciò la sua opera di evangelizzazione.
Grazie a lui si diffuse il Cristianesimo in Irlanda che favoriva l’unione tra cristiani e pagani.
Come la maggior parte dei santi anche San Patrizio fu perseguitato e catturato, nonostante ciò non abbandonò la sua missione di predicatore.
Morì in Irlanda e si narra che il suo corpo fu affidato ad una coppia di buoi che lo lasciarono a Down, divenendo poi Downpatrick in onore del santo.
Sono numerose le leggende legate a Saint Patrick, la prima tratta proprio dei serpenti.
Si ritiene, infatti, che il santo abbia cacciato questi animali dall’Irlanda, in particolare dalla montagna di Croagh Padraig formando poi le isole della Baia di Clew.
Questo fatto fu smentito dallo storico Salinus il quale riteneva che in Irlanda non ci fossero più serpenti già prima del santo.
Altra interessante storia è sicuramente quella legata al pozzo senza fondo di San Patrizio, punto d’ingresso al Purgatorio, localizzato su un isolotto del Lough Derg.
Il luogo gli fu mostrato da Dio come segno concreto da presentare ai più increduli promettendogli che, se avessero raggiunto il fondo, avrebbero avuto accesso poi al Paradiso.
Fenomenale vero?
Nel 1497 la grotta per accedere al pozzo fu murata da Alessandro VI, ma ancora oggi l’isolotto è meta di molti pellegrinaggi.
Si racconta poi che il santo, recatosi in Francia, doveva attraversare la Loira, ma non aveva nessuna imbarcazione, così notò che il suo mantello si prestava bene per ciò e riuscì ad arrivare dall’altra parte.
Successivamente lo mise ad asciugare su un cespuglio di biancospino il quale fiorì nonostante fosse inverno, da quel momento la pianta germoglia nella stagione invernale.
Il simbolo di San Patrizio però è il trifoglio, anche emblema nazionale dell’Irlanda.
Egli lo utilizzò per spiegare al re il concetto cristiano di Trinità attraverso le tre foglie collegate ad un solo ramo.
E adesso vi starete chiedendo cosa c’entrano i folletti in tutto ciò.
Ebbene sì, quando pensiamo all’Irlanda ci viene subito in mente il Lepricano, un folletto vestito di verde che abita i boschi e che custodisce il tesoro delle fate.
La leggenda pagana racconta che alla fine dell’arcobaleno ci sia un’immensa pentola ricca d’oro e che il lepricano la custodisca.
Un giorno il contadino Barry, che aveva problemi economici, incontrò il folletto, troppo vecchio per salire sull’arcobaleno, e il giovane si offrì di aiutarlo. Il lepricano gli donò una parte del tesoro, ma Barry lo raccontò in giro facendo adirare il piccolo custode che distrusse la sua fattoria.
Morale? Mai far arrabbiare i folletti!
Bene, adesso che siete ben informati sulle origini e la storia di questa festa, non vi resta che prenotare (appena possibile) un viaggio favoloso in l’Iranda per non perdervi le classiche parate e i festeggiamenti.
Ovviamente vi consiglio un bel vestito verde per restare in tema e un grosso cappello a cilindro.
Così non mi resta che augurarvi buona festa di San Patrizio a tutti.
Martina Maiorano
Vedi anche: Non solo calze alla Befana: l’Epifania nel mondo