I Måneskin sono fuori di testa o fuoriclasse?
La 71° edizione di Sanremo ha visto sovvertiti i pronostici sul podio, sbalordendo i telespettatori.
Al grido di «abbiamo fatto la rivoluzione» sono stati proclamati vincitori i Måneskin con la canzone Zitti e buoni.
Ma chi sono questi nuovi rappresentanti della canzone italiana?
I Måneskin sono un gruppo romano formatosi nel 2016, composto da tre ragazzi e una ragazza di età compresa tra i 19 e i 21 anni. Alla voce Damiano David, alla chitarra Thomas Raggi, alla batteria Ethan Torchio e al basso Victoria De Angelis. Damiano e Victoria si autodefiniscono “il king e la queen della band”.
Seppur giovanissimi, il gruppo colleziona già brani di successo, 16 dischi di platino, 5 dischi d’oro, una vittoria a Sanremo e milioni di followers! Dalle esibizioni in strada al palco di X Factor, fino alla conquista dell’Ariston.
Il loro nome deriva dal danese, lingua d’origine della bassista, e significa “chiaro di luna”. I ragazzi hanno raccontato di aver scelto il termine per la musicalità e la carica evocativa.
I Måneskin mescolano pop rock, funk rock e reggaeton. Proprio per lo stile musicale insolito rispetto ai canoni del Festival, la loro vittoria è stata giudicata rivoluzionaria: in particolare si è parlato di trionfo del rock. Questa dichiarazione ha scatenato polemiche: i sostenitori della fazione “ai miei tempi la vera musica era…” non hanno accettato questa entusiastica celebrazione.
Certo, i Måneskin non sono riconducibili ad un rock “puro”, né sono i Pink Floyd o i Queen, tuttavia non esiste un unico e solo tipo di rock, ma ci sono tanti sottogeneri.
La musica evolve al passo coi tempi per cui è melenso e controproducente camminare con la testa rivolta all’indietro screditando le giovani proposte perché incapaci di pareggiare i nostri storici idoli. Una band all’inizio della sua carriera, che potrebbe diventare fiorente e affermata (oppure no), deve avere modo di dimostrare di che pasta è fatta!
Rispetto ad altri loro coetanei della scena musicale contemporanea, i Måneskin mostrano delle effettive qualità artistiche e sanno suonare con abilità diversi strumenti musicali, riprendendo e reinterpretando dei generi classici in cui pochi oggigiorno hanno il coraggio di cimentarsi.
Le origini
I Måneskin avviano il loro cursus honorum nel 2017 partecipando all’undicesima edizione di X Factor sotto la guida di Manuel Agnelli (con il quale hanno duettato in Amandoti). Pur classificandosi secondi, spiccano al punto da ottenere un contratto con la Sony Music, con cui pubblicano l’8 dicembre 2017 l’EP Chosen (contenente due canzoni originali e cinque cover) e il 26 ottobre 2018 il primo album Il ballo della vita.
Il ballo della vita ha decretato il successo del gruppo vendendo oltre 250mila copie, soprattutto grazie ai pezzi Morirò da re e Torna a casa. Si tratta di un concept album incentrato sulla vita del personaggio Marlena «personificazione della libertà, della creatività e della vita». È composto da 12 brani, sia in inglese che in italiano, quasi tutti scritti e musicati dal frontman.
Il ballo è inteso come atto vitale che libera i movimenti spontanei dell’individuo al di là di sovrastrutture e preconcetti.
Dichiarato è l’autobiografismo dell’album che, come si legge nella pagina ufficiale, riflette le quattro anime del gruppo e le influenze musicali di ciascuno. Ragion per cui si oscilla tra ritmi e generi diversi.
I prossimi progetti
Sta per uscire il nuovo disco Teatro d’ira vol.1.! La data è fissata al 19 marzo 2021.
Si tratta di un progetto più ampio che si realizzerà raccontando gli sviluppi della band nel corso di un anno. Sicuramente saranno incluse la “platinata” VENT’ANNI, un graffiante manifesto generazionale, e la vincente Zitti e buoni.
Questo disco è stata scritto interamente dai quattro, registrato in presa diretta e ispirato dall’esperienza live vissuta durante le 70 date del tour italiano ed europeo. Un disco che lascia presagire una maggiore definitezza identitaria pur conservando l’eterogeneità distintiva.
L’ira del titolo non fa riferimento rabbia violenta e insensata, ma all’energia creativa e catartica che si ribella agli schemi precostituiti, distruggendoli.
L’ira è la protagonista del teatro, luogo in cui è ubicata in maniera volutamente antitetica.
La calma e l’eleganza comunemente associate al teatro collimano con la forza distruttiva e costruttiva al tempo stesso. Il teatro è metafora dell’arte, l’ira è l’energia che l’arte è in grado di scatenare.
La partenza del nuovo tour nei più importanti palazzetti italiani è prevista per il 14 dicembre 2021. Per ora sono state annunciate quattro date tra Roma e Milano, due delle quali sold out nel giro di poche ore!
Zitti e buoni allo stato attuale è il pezzo più ascoltato sui canali musicali, contando oltre 11 milioni di streaming!
Il brano ha una sonorità incisiva e un ritmo coinvolgente; il testo è provocatoriamente aggressivo, ma non si scaglia contro qualche categoria in particolare. Sembra che i Måneskin abbiano tratto ispirazione da un’ammonizione tipica di un prof del liceo, frase perentoria che, come in un effetto a specchio, ritorcono contro chi non ha creduto in loro. Un vero e proprio inno di rivalsa e alla diversità, diversità che diventa marchio di personalità e unicità.
Ma purtroppo le accuse di plagio non sono mancate neanche ai vincitori di quest’anno. Una di queste – che contesta la somiglianza del brano con uno degli Anthony Laszlo – è già stata pubblicamente smentita da una perizia della Sony, ma subito è spuntata un’altra accusa da parte di una band napoletana. In attesa di responso, gli imputati difendono la loro originalità a denti stretti.
Al di là di polemiche e dei gusti personali, è innegabile il fascino artistico (e non solo) di questo poliedrico gruppo, una frizzante ventata di freschezza condita da un tocco di retrò.
Irriverenti, esuberanti, grintosi e anticonformisti, non hanno paura di sfidare i tabù: dalle foto audaci sui social, alle sfrenate e invasate esibizioni, ai testi polemici e sfrontati, al look eccentrico. La fluidità è una componente notevole della loro musica e della loro personalità. Abiti appariscenti e adamitici, tacchi, unghia dipinte e trucco marcato sono indistintamente sfoggiati da tutti i componenti, abolendo ogni stereotipo di genere. In poco tempo hanno conquistato la Generazione Z, ponendosi come vere e proprie icone.
Le carte in regola per l’Eurovision ci sono… ce la faranno i nostri “eroi”?
Giusy D’Elia
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