La pareidolia: quando c’è una tartaruga nel cielo ma non hai bevuto
Quante volte ci è sembrato di scorgere in una nuvola la forma di un animale o i lineamenti di un volto?
Si tratta di una capacità innata che prende il nome di pareidolia.
Questa ci porta ad individuare forme ed oggetti a noi conosciuti, in strutture amorfe e diseguali, specie nelle nuvole, ma anche nelle macchie, e tant’altro.
Sembra che la pareidolia ci sia stata concessa in eredità dai nostri antenati. Quest’ultimi avevano infatti la necessità di riconoscere i predatori, specie le bestie, che mimetizzandosi tra la ricca vegetazione potevano passare inosservate e mettere a repentaglio la loro vita.
Tutti, ancora oggi, possediamo questa capacità che possiamo sfruttare, a differenza dei nostri avi, per fantasticare e immaginare forme dove in realtà non ci sono.
La pareidolia è infatti anche il volto, alquanto buffo, che adocchiamo nel muso di un’ auto.
A chi non è mai capitato di vederlo?
Tempo fa girò sui social un’ immagine che divenne super virale. Si trattava di una foto di un paesaggio umbro scattata al tramonto.
Nel cielo, striato di arancio, spaziava una grossa nuvola la cui sagoma ricordava quella di San Francesco D’Assisi. Manco a farlo apposta, la cittadina ripresa in foto era Assisi, e molti credettero ad una apparizione del Santo.
Ma anche in quel caso si trattava di pareidolia.
Gli elementi individuati durante questo fenomeno, derivano principalmente dalle esperienze personali e dal bagaglio visivo del singolo. Come nel caso della figura di San Francesco, si tratta di una mente abituata ad immagini appartenenti alla cristianità, cosa che senza dubbio non riconoscerebbe una persona di una credo diverso.
La pareidolia inoltre è stata spesso utilizzata dai grandi artisti della storia dell’arte come Giotto, Andrea Mantegna e tanti altri. In particolar modo Salvator Dalì ha sfruttato questo fenomeno per creare vere e proprie illusione ottiche a dir poco spettacolari.
La pareidolia è un gioco alla portata di tutti che non ha bisogno di essere comprato e depositato sulla mensola impolverata: per giocarci basta aprire la finestra, portare il naso in su e lasciarsi andare per un po’.
Disegno e didascalia di Enza Galiano
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