Buon Dantedì a tutti!
Nelle ultime settimane sono stati riportati in auge due pilastri della letteratura italiana, due colonne portanti della nostra formazione che in molte case vengono usati come fermaporte: stiamo parlando del Decameron di Boccaccio e de I Promessi Sposi di Manzoni.
Opere che affrontano il tema della malattia e della folle paura che questa scatena negli uomini e che ora più che mai sono così attuali che sembrerebbero scritte nel ventunesimo secolo.
E quindi, alla luce di questi avvenimenti, a chi dedicare la giornata del 25 Marzo? A Dante naturalmente!
Perché Dante è come quel cugino che si presenta a Natale con la pergamena di laurea nella mano destra e tiene la sinistra stretta a quella della fidanzata – perché almeno mio cugino, Beatrice, è riuscito a conquistarla – onnipresente ma che sta sulle scatole a tutti.
Scherzi e astio a parte, al Sommo dobbiamo le terzine che tutto il mondo ci invidia e la Commedia (no, non si chiama così perché fa ridere) non ha eguali.
Nella sua opera magna, Dante affronta temi così attuali che avviene un abuso dei suoi versi spesso mal decifrati.
Se la Commedia viene percepita come eclatante dichiarazione d’amore di Dante a Beatrice dobbiamo rivedere un attimo lo studio dell’opera nelle scuole.
A Dante in realtà dobbiamo tanto: un uomo che impoverito e provato dall’esilio, girando di corte in corte alla ricerca di un mecenate, guarda sempre alla sua Firenze con grande amore e nostalgia.
Versi impregnati di dolore riempiono le pagine di opere come il Convivio mentre, se proprio vogliamo vedere Dante come il romantico che forse non è, sarà la Vita Nova a soddisfare questo desiderio raccontando di quella “Beatrice beata” (Convivio II) che tutte abbiamo invidiato almeno una volta nella vita.
Le opere di Dante sono come il Dio Giano: hanno un doppio volto, un senso sempre più profondo e quanto più si pensa di aver colto il senso vero e ultimo dei suoi scritti tanto più ci rendiamo conto di esserne lontani.
Il 25 Marzo, la data scelta per il Dantedì, non è a caso: è la probabile data dell’inizio del viaggio dell’Alighieri nei tre regni dell’oltretomba che culminerà con la Mirabile visione “che move il sole e l’altre stelle”.
E noi, a distanza di settecento anni, vediamo la luce di Dante brillare ancora e gli auguriamo con tutto il cuore che prima o poi possa avverarsi ciò che lui ha desiderato fino alla fine: tornare a casa.
Maria Rosaria Corsino
Illustrazione di Sonia Giampaolo
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