Messico: dove la parola sicurezza non ha significato
Il Messico è tra quei paesi con un grave problema di sicurezza.
A determinare ciò è principalmente la situazione di instabilità causata dalle continue guerriglie, messe in atto dai vari cartelli della droga per il controllo del territorio.
Da molti anni ormai il paese, grazie alla sua posizione di confine tra gli Stati Uniti e il Sud America, è diventato crocevia per il passaggio di qualsiasi sostanza illegale.
Le istituzioni, deboli e precarie, traballano di fronte all’efficiente organizzazione dei cartelli e alla loro ferocia, che troppe volte vengono a patti con le istituzioni stesse e con la polizia corrotta, rendendo inesistente la giustizia.
Gli arresti tra i capi dei cartelli in questi anni non hanno portato a nessun risultato, se non ad un aumento del numero dei cartelli, dovuto alla loro frammentazione e all’aumento della violenza per le strade del Messico, dove le bande si combattono tra loro, paralizzando di paura l’inerme massa della popolazione.
I cartelli hanno anche ampliato i settori in cui operano, non limitandosi al solo commercio di sostanze stupefacenti ma dedicandosi anche ad altre attività quali la prostituzione, il traffico di carburante e la sua estrazione illegale (danneggiando gravemente l’ambiente), i sequestri di persone e il traffico di esseri umani.
La prostituzione, in particolare, terrorizza ogni ragazza nata in Sud America: sono anni che si denuncia a gran voce il sempre crescente numero di ragazze giovanissime sparite senza lasciare traccia. La criminalità le rapisce per poi impiegarle nel mondo della prostituzione. Violate e ridotte a schiave sessuali, usate dai narcos stessi, nei numerosi bordelli e anche esportate all’estero come degli oggetti.
Desaparecida è un’altra parola che ormai la popolazione conosce troppo bene.
Spaventa il culto dello spargimento di sangue che hanno i narcotrafficanti: gli orrori dimostrano quasi un divertimento perverso nel torturare, atrocità che poi sono talvolta postate anche su internet dai tagliagole stessi, per testimoniare la loro totale mancanza di scrupoli e la loro potenza.
In questo inferno con grande forza d’animo molti civili hanno deciso di opporsi ai tagliagole dei cartelli creando delle milizie. Uomini e donne pattugliano il territorio e cercano i molti desaparecidos loro parenti, che probabilmente non troveranno mai.
Sono gruppi armati con ogni mezzo, anche vecchie armi, per proteggere i villaggi più isolati, lasciati soli da un governo che ha sempre più il volto sfigurato dalla corruzione.
Urge un registro veritiero delle persone scomparse, dati certi che possano aiutare a ritrovare i desaparecidos e a combattere questo fenomeno. Le ricerche sono effettuate quasi sempre dalle famiglie delle vittime che per anni indagano sul destino dei loro cari e non dalle istituzioni. Molti scomparsi sono vivi e ridotti in schiavitù, ma ci sta anche una consistente parte che viene uccisa dai trafficanti e gettata in fosse comuni ignote e difficili da rintracciare, sparse un po’ ovunque nel paese.
Tra il 2006 ed il 2016 sono state scoperte più di 2 mila fosse comuni.
Perché queste persone spariscono? Dove vanno a finire? In quali zone spariscono? Come fare per rintracciarle?
A dònde van los desaparecidos è un meraviglioso e molto coraggioso progetto giornalistico creato da un gruppo di giornalisti e loro collaboratori che hanno cercato di dare risposte, con le loro indagini faticose e durate anni, a tutte queste domande che le istituzioni hanno ignorato.
La criminalità toglie la bellezza, soffoca l’anima rendendo grigio il presente e inesistente il futuro.
Ma complici diventiamo anche noi persone comuni, se decidiamo di usufruire, per il nostro egoistico divertimento, di tutti quelli che si ritengono purtroppo, troppo spesso, semplici svaghi, quali ad esempio la droga e la prostituzione, ma che hanno dietro di sé una scia infinita di sangue e dolore, che si fa finta di non vedere e che usando si alimenta.
Vittime a cui è stata tolta la possibilità di una vita normale o la vita stessa e la devastazione conseguente di molte società, che vengono frantumate e private nel loro sano sviluppo, ridotte a vivere nella rassegnazione, nella bruttezza di un’esistenza instabile e senza diritti.
Secondo le stime solo nell’anno appena passato tutto ciò ha causato circa 29.200 morti.
Beatrice Gargiulo
Recupera anche: La dura verità: il fidanzamento riparatore e un (NON) biglietto per il Messico.