Sidereus Nuncius, quando la luna diventò meno oscura
Il 12 marzo 1610 in una piccola tipografia veneziana veniva pubblicato il Sidereus Nuncius, un trattato scientifico di Galileo Galilei in cui il fisico e matematico toscano riassumeva le osservazioni astronomiche eseguite con il suo telescopio.
Con una tiratura limitata di sole 550 copie, segnò uno spartiacque scientifico tra medioevo e moderno.
Ventiquattro pagine di rivelazioni epocali per la scienza: dall’analisi della superficie lunare, irregolare e piena di crateri, all’analisi della via lattea.
«Gran cosa è certo l’aggiungere, sopra la numerosa moltitudine delle Stelle fisse che fino ai nostri giorni si son potute scorgere con la naturale facoltà visiva, altre innumerevoli Stelle non mai scorte prima d’ora, ed esporle apertamente alla vista in numero più che dieci volte maggiore di quelle antiche e già note»
Dal Sidereus Nuncius
Quattrocentoundici anni dopo la sua prima pubblicazione, Il Sidereus costituisce il padre dei rendiconti scientifici moderni, un capolavoro di astronomia al tempo sottovalutato, divenuto un caposaldo della scienza.
Disegno e didascalia di Simone Passaro
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