Bielorussia e la stampa: odio feroce di un regime bugiardo
In Bielorussia gli organi di stampa sono imbavagliati dal regime di Alexander Lukashenko.
Presidente della Bielorussia dal lontano 1994, Lukashenko è ormai al suo sesto mandato.
La sua rielezione, avvenuta con brogli elettorali il 9 agosto 2020, ha scatenato proteste tutt’ora in corso.
Le elezioni hanno fatto infuriare non solo i bielorussi, ma anche la comunità Internazionale: l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno infatti provveduto ad imporre sanzioni contro circa 40 funzionari.
Padrone odiato di una nazione il cui popolo si rifiuta categoricamente di riconoscerne l’autorità, Lukashenko ha represso sistematicamente ogni forma di opposizione.
Secondo i dati sono 33.000 le persone arrestate dalla polizia e 256 i detenuti politici.
La stampa è stata soffocata e paralizzata con arresti e condanne sia di giornalisti ma anche di attivisti per i diritti umani. Questa sorte è toccata anche a Katerina Bakhvalova e Daria Chultsova, reporter della televisione Belsat con sede in Polonia.
Arrestate a metà novembre, le due giornaliste avevano filmato a Minsk, una manifestazione, repressa poi violentemente dalla polizia. La popolazione era scesa ancora una volta in strada reclamando i loro diritti, libere elezioni e giustizia per Roman Bondarenko, un giovane fermato dalla polizia durante una precedente manifestazione e morto poi in prigione.
Katerina e Daria sono state condannate a due anni di carcere il 18 novembre scorso, con l’accusa fittizia di “aver minato l’ordine pubblico e fomentato disordini”. Secondo la tesi degli accusatori è stato il loro video ad incrementare le proteste, quando invece era la semplice ripresa di persone che si erano radunate per contestare molto prima che le due giornaliste cominciassero a filmare quello che stava accadendo dinanzi ai loro occhi.
Questa condanna è la prova di un momento di particolare recrudescenza degli arresti.
Il regime si sta accanendo verso l’intera Associazione Bielorussia dei giornalisti (Baj). Pochi giorni prima infatti era stato arrestato il presidente dell’associazione Andrej Bastuntes.
Sale forte la rabbia nel vedere dietro le sbarre due professioniste solo per aver svolto il proprio lavoro, per aver documentato la verità dei fatti, quella verità che fa paura a chi fonda il proprio potere su bugie, violenza e repressione.
Il leader dell’opposizione, ora in esilio in Lituania, Svetlana Tikhanovskaya ha dichiarato al Corriere della Sera che la situazione nel paese è peggiorata ma la lotta continua.
Il regime non può spezzarci. Tutto quello che stiamo facendo adesso è una piccola goccia che, unita ad altre gocce, formerà un oceano, un’ondata di solidarietà che ci aiuterà nella nostra lotta.
Svetlana Tikhanovskaya
Perquisizioni e arresti di giornalisti sono tutt’ora in corso in tutto il paese.
477 sono i reporter arrestati e sotto inchiesta.
Beatrice Gargiulo
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