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Filologia for dummies – Breve storia della filologia

Dopo aver cercato di capire cosa studiano quei cari filologi che qualche volta avrai preso in giro chiedendogli di servirti un Big Mac (lo hai fatto, non mentire!), è il momento di salire a bordo di una DeLorean modificata e di viaggiare a ritroso nel tempo per ripercorrere, in breve, la storia della filologia.

Tutto ha inizio con gli studiosi alessandrini, in età ellenistica, che curarono delle edizioni commentate dei poemi omerici, distinte dalle versioni sbagliate in circolazione. 

La filologia si diffuse anche a Roma e aiutò Varrone a fare ordine tra le centinaia di commedie attribuite a Plauto, identificandone ventuno come sicure.

Nel Medioevo si diffuse nei monasteri la pratica di ricopiare i testi classici, allo scopo di salvarli dal deterioramento. Questo compito fu affidato agli amanuensi che, chini su una scomoda sedia, con molta pazienza ricopiavano i testi sui codici (altro nome con cui sono conosciuti i manoscritti).

Ma è con il Rinascimento che le cose iniziano a farsi serie.

Gli umanisti, così erano chiamati gli studiosi dell’epoca, sono i pionieri del moderno metodo filologico. Un esempio è Erasmo da Rotterdam che si occupò di costruire una nuova edizione delle Sacre Scritture – operazione ritenuta un’eresia, poiché cambiare ciò che era stato dettato direttamente da Dio era impensabile , confrontando le varie traduzioni dal greco e dall’aramaico.

A cercare di stabilire un metodo definitivo per la ricostruzione del testo fu, nell’800, il tedesco Karl Harrold Lachmann. Partendo dalla raccolta e dal confronto dei testimoni – i manoscritti – si individuano gli errori che li accomunano per giungere all’archetipo, ovvero il testo originale scritto dalla mano dell’autore.

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La Redazione

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