Combattere la censura con la beneficenza, l’iniziativa di Ceci n’est pas un blasphème
Il Festival delle Arti Censurate si terrà al PAN di Napoli dal 10 al 30 settembre.
I sostenitori possono finanziarlo, oltre che con il crowdfunding, anche acquistando delle opere.
Una vendita di beneficenza sui generis, sostenuta da DioScotto, che ha come obiettivo la lotta alla sussistenza del reato di blasfemia, della censura di opere. I lavori messi in vendita rappresentano infatti lo spirito del festival ovvero la tutela della libertà di espressione contro l’accusa di blasfemia.
La libertà di espressione artistica è sacra, è la tela bianca su cui l’artista sa di poter dipingere qualsiasi cosa, purché sia sua, purché voglia farlo. Ma quando questa viene intaccata da tutele speciali legate al sentimento religioso, quando l’opera viene additata come blasfema, quando l’originalità viene censurata, allora interviene Ceci n’est pas un blasphème.
Clicca qui per accedere al catalogo delle opere in vendita.
Allora c’è bisogno di raccogliere queste opere, questi momenti di accusa, di censura, di limitazione dei diritti civili, per ricordare l’importanza della laicità al pari della libertà di culto.
Il sito del festival mette a disposizione serie limitate di Alt, Amlo & Migneco, Biani, Ceffon, Caluri & Pagani, Covino, Double Why, Franzaroli, Hogre, Illustre Feccia, Malt, Natangelo, Pierz e Yele, artisti che hanno già partecipato all’allestimento progettato da Agostino Granato nel 2019 a Piazza Dante a Napoli. Opere anticlericali che si diramavano nello spazio pubblico con alla base la planimetria di una casa.
Pubblico e privato si intrecciavano, ma la l’espressione dell’artista deve andare oltre la protezione del privato, per questo la planimetria rimaneva tale, senza mura, senza limiti, per lasciare l’arte al suo stato naturale: il contatto con lo spettatore.
Tutti questi artisti ritornano per sostenere Ceci n’est pas un blasphème, che mette in vendita i loro lavori e diffonde un unico enorme credo laico.
Il messaggio è semplice e chiaro: combattere le accuse di blasfemia…con la beneficenza.
Angela Guardascione
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