E te veng’ a piglià solo se ascoltiamo Liberato a volume schifoso
Tra razzi cinesi in caduta libera e una domenica che sa di estate e ancora qualche restrizione, la mia cuntrora, e scommetto anche la vostra, non può che risuonare al ritmo del nuovo pezzo di Liberato.
Proprio questa notte, il nostro eroe mascherato made in Naples ha sganciato una bomba che ha dato a questo week-end di inizio maggio un sapore diverso.
Qualche cambiamento non è passato inosservato, come l’assenza di Lettieri. La regia questa volta è di Enea Colombi, che sicuramente conoscerete in molti per i videoclip di Fiamme negli occhi di Coma_Cose.
Il videoclip, nell’insieme, ci ricorda molto quelli di Lettieri, sarà la palette di colori, sarà lo stile vintage e vagamente indie; sarete concordi con me se dico che si può di certo parlare di un cambiamento radicale.
Ancor più curiosa è la scomparsa del nero della copertina per fare spazio al rosa, una scelta accurata, probabilmente, per omaggiare le madri nel giorno della loro festa, capitata quest’anno proprio il nove maggio.
Uno stile on the road e una voglia sfrenata di libertà che trasuda da ogni parola: questo è E te veng’ a piglià
È un pezzo giovane, estivo da morire, tanto da farci pensare che Liberato sia proprio uno di noi.
Uno che si ‘a città piglia pere ce ne jammo ô mare, che crede che tutto possa migliorare anche solo scambiandoci baci sui prati in fiore o sulla cappotta di una vecchia Wolkswagen.
Comm’è brutto ‘a cantà cu n’eclisse ‘int’ô core e lo sappiamo bene, qualcuno direbbe che non è un bel periodo per i sognatori, pensate per gli spiriti liberi.
E forse è proprio la lontananza forzata ad averci fatto capire che, ammesso pure che siamo la generazione del facilmente sostituibile, dei baci senza peso, degli innamoramenti facili, ‘stu core luntano scunocchia. E che probabilmente è più corretto parlare una generazione dai cuori spezzati.
E cchiù cerco ‘e parlà cchiù nun trovo ‘e parole, ma anche questa volta Liberato le ha trovate per noi.
Catia Bufano