In sospeso
Si rimane sospesi nel vuoto come funamboli, per questo li ho studiati con attenzione. Il loro segreto è concentrarsi solo su un passo, il prossimo, tutto il corpo sull’avampiede e la corda come fosse il pavimento. Il momento più pericoloso delle loro camminate “in aria” è all’inizio e alla fine, primi e ultimi passi, quando sembra un nulla tornare indietro o saltare avanti : il rischio viene proprio dal voler eliminare la vertigine e la condizione di sospensione. Così è nei momenti funambolici della vita, sospesi nel vuoto, vorremmo tornare indietro o saltare in avanti, ma proprio questo ci fa cadere: bisogna invece rimanere lì, tutti interi, nel passo, senza passato né futuro, perché passato e futuro non sono né dietro né davanti a noi, ma dentro di noi. Rimanere “ in sospeso” significa stare “per aria”, “sulla corda”, col “fiato sospeso”. L’unica certezza è il prossimo passo perché in quel passo siamo costretti ad esserci in tutto e per tutto. Solo così accade il miracolo di sentire la vita tutta intera, come un gioco serissimo, che solo noi possiamo giocare, e nessuno al posto nostro.
In sospeso, Alessandro D’Avenia
Foto di Salina Sorrentino
Recupera anche: L’attimo prima della partenza.