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Le impetuose rivolte d’Irlanda

Era il 1998 quando dopo trent’anni di rivolte, venivano siglati i cosiddetti accordi del venerdì santo.

Un traguardo raggiunto con fatica per fermare le violenze tra unionisti e repubblicani, ma che non ha mai portato ad un risultato definitivo.

Conosciuto anche come Belfast Agreement, questo accordo, basato principalmente sul rispetto delle identità, dei diritti e delle culture, fu firmato sia tra i partiti dell’Irlanda del nord sia tra la Gran Bretagna e la Repubblica d’Irlanda e regolava i rapporti tra Irlanda e Regno Unito, tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda e tra Regno Unito e Repubblica d’Irlanda.

Ma ideali e vecchie paure hanno continuato ad esistere, per tutti questi anni, ed ora infatti sono esplose nuovamente.

Belfast teatro di scontri tra cattolici e protestanti dal lontano 1968, è scossa ancora una volta dalle rivolte. L’inasprimento degli animi e l’avvio a questa nuova ondata di violenze è sicuramente stata alimentata anche dalla Brexit, con tutte le sue conseguenze.

Gli unionisti, ossia coloro che vogliono continuare ad avere uno stretto legame politico con la Gran Bretagna, sono spaventati dall’introduzione di un nuovo confine tra il Regno Unito e l’Irlanda del Nord, che Boris Johnson ha deciso di fissare nel Mar d’Irlanda.

Con la Brexit infatti si è avuta l’abolizione del trattato di Schengen, riguardante la libera circolazione delle persone e delle merci, ma non solo, i protestanti unionisti percepiscono un allontanamento del governo di Londra e temono per le loro libertà e la loro identità.

Da sempre in lotta con i cattolici, gli scontri attuali sono fomentati dai leader politici unionisti e dalle forze paramilitari, che vogliono evitare la riunificazione con l’Irlanda del Sud repubblicana e cattolica.

Nel caso in cui questa eventualità di una possibile riunificazione si concretizzasse, l’eventuale referendum sarebbe di certo vinto dai cattolici che sono in maggioranza.

I giovani sono i più influenzati da questo clima di instabilità, ragazzini anche tra i 12 ed i 14 anni partecipano alle rivolte di Belfast e di altre città. Sentono la preoccupazione che la loro identità possa essere messa in discussione e le discriminazioni inevitabili che un cambiamento degli equilibri politici e culturali porterebbe.

Hunger, il celebre film di Steve McQueen, dà una precisa idea di quello avvenuto in passato in Irlanda, un passato che però tende a tornare, violenze e paure che non si risolveranno di certo con facilità.

Beatrice Gargiulo

Vedi anche: Fukushima fa ancora paura

Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.

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