Ercole e il suo amore per Amalfi, la ninfa che odorava di limoni
Dichiarata patrimonio Universale dell’Unesco, Amalfi è uno dei luoghi la cui bellezza è impossibile descrivere a semplici parole.
Arte, storia e leggenda si rincorrono tra le sue ripide stradine e le bianche case che, perfettamente come tessere di un puzzle, si incastrano tra loro.
Un luogo spettacolare che nella semplicità di forme e colori cattura il cuore di chiunque.
Proprio come accadde alla celebre figura di Ercole, eroe della mitologia greca figlio di Zeus e della mortale Alcmena. Ercole, (Eracle nella mitologia greca) è fortemente presente non solo all’interno del patrimonio mitologico greco, ma anche dell’Italia antica. Era infatti ritenuto il fondatore di Ercolano.
La sua figura inoltre, secondo una leggenda, sembra avere anche a che fare con l’origine del nome di Amalfi.
Amalfi era in realtà, il nome di una bellissima ninfa di cui Ercole si innamorò follemente. È risaputo che quando una ninfa e un semidio intraprendono una relazione amorosa questa è destinata, quasi sicuramente, a finire in tragedia.
E così fu.
Il loro era un amore vero e tenero: sarebbe potuto durare in eterno se solo gli dei avessero saputo contenere la propria invidia! Per volere divino la vita della povera Amalfi venne stroncata lasciando quel giovane amore vissuto a metà. L’eroe pianse lacrime infinite.
Non accettava che la sua bellissima Amalfi potesse sparire in quel modo: il loro amore e la vita della sua amata dovevano dunque essere riscattati.
Così Ercole ebbe un’idea.
Per mesi viaggiò in cerca del luogo più bello del mondo, un luogo che avrebbe accolto la sua Amalfi in eterno. E quale posto più bello se non quel litorale roccioso accarezzato dalle onde di un mare cristallino? Lì dove terra e mare si fondono in un metaforico abbraccio, che ora rivive nell’incanto di quel luogo che prende il nome di Amalfi.
La sua amata così poteva riposare tranquilla. Ma mancava ancora qualcosa…
Per ricordare l’inebriante odore della sua pelle, Ercole, come ultimo gesto d’amore per Amalfi, sfidò il Drago, guardiano del Giardino delle Esperidi, il giardino degli dei ricco di fiori e frutta da cui raccolse alcuni alberi di limone.
L’eroe piantò i semi dei frutti raccolti nel luogo dove giaceva il corpo della sua amata ninfa. Al calore del sole e al canto del mare si aggiunse così il profumo agrodolce dei limoni, immenso dono che cullava la dolce ninfa Amalfi e con essa l’inconsolabile animo di Ercole.
Disegno e didascalia di Enza Galiano
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