Quali furono le parole di Primo Levi?
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Se questo è un uomo, la testimonianza di chi lavorò nel fango.
Nella storia e nella vita pare talvolta di discernere una legge feroce, che suona «a chi ha, sarà dato; a chi non ha, a quello sarà tolto».
Nel Lager, dove l’uomo è solo e la lotta per la vita si riduce al suo meccanismo primordiale, la legge iniqua è apertamente in vigore, è riconosciuta da tutti.”
Primo Levi
Primo Levi non era solo un poeta e un uomo ma anche un testimone e quello che potrebbe essere definito un sopravvissuto; ma qualcosa dentro di lui, quando arrivò per la prima volta ad Auschwitz, si spezzò e non fu mai in grado di curare le sue ferite. Lui vivrà sempre nelle parole che ci ha lasciato e nella sua testimonianza Se questo è un Uomo e non a caso decise di iniziare il suo manoscritto con questa poesia ispirata dalla Bibbia (Deut. 6,4ss.):
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Con il suo primo libro Levi attesta che quello fu il momento in cui l’umanità si allontanò dal concetto di esistere: chi si riteneva essere il loro portavoce toglieva ogni capello, ogni vestito, ogni speranza e ogni respiro.
Primo Levi racconta la realtà non solo un punto di vista.
Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo. Non già la volontà di vivere, né una cosciente rassegnazione: ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità.
Primo Levi
Disegno e didascalia di Sonia Giampaolo