L’antica pratica del loto d’oro
Nel mondo esistono tante mutazioni corporali volte a molti scopi.
Bene, oggi vi racconto di un’antica pratica cinese: il loto d’oro.
Si tratta di una deformazione dei piedi attuata in Cina e prende il nome dalla camminata oscillante generata dopo tale tecnica.
Iniziata dalla dinastia Song, proseguita poi dai Ming e Quig, scomparve del tutto nel XX secolo, in particolare con la nascita della Repubblica Popolare Cinese.
I piedi venivano lavati e disinfettati, cosparsi di allume per evitare le infezioni e fasciati piegando verso l’interno le quattro dita finali e, infine, avvicinando il più possibile l’alluce al tallone.
Questa dolosa tecnica, effettuata alle bambine, provocava la deformazione di ossa e articolazioni rendendo il piede molto piccolo.
Quindi perché farlo?
Era essenziale per rendere la donna sottomessa e dipendente al proprio marito poiché, non più capace di camminare come prima, era molto limitata nella vita quotidiana.
Insomma, questa pratica contribuiva a creare disparità di genere, mettendo le figure femminili ai margini della società e “abituandole” al dolore fisico.
Vedi anche: Normalizzare il dolore, sì ma perché