Non solo Palazzo Reale di Napoli: anche Carditello è una Reale delizia
Il Real Sito di Carditello potrebbe essere considerato al pari di uno di quegli oggetti riposti in un cassetto, a cui non si fa caso più di tanto, fin quando qualcuno non lo nota e lo trova incredibile.
In effetti chi conosce Carditello, oltre coloro che ci abitano?
E perché ricordarsene, specialmente dato il paragone con Napoli o a Caserta?
Ebbene, oggi abbiamo un motivo “Reale” per conoscerla e ricordarla, ma andiamo per ordine.
Nei primi anni del Settecento Carlo di Borbone divenne promotore della costruzione delle Reali delizie; ossia una trama di splendide architetture volte a migliorare non solo la permanenza del sovrano nel Regno di Napoli, ma anche a garantirne il prestigio nel corso del tempo attraverso un assetto urbanistico ben strutturato.
Oltre la costruzione della Reggia di Portici contenente i reperti ercolanesi, il Real Museo di Capodimonte e la Reggia di Caserta, rientra in questo progetto di edificazioni anche il Real Sito di Carditello pensato affinché il re potesse dedicarsi specialmente alla sua passione smodata per la caccia.
Tra le peculiarità che hanno indotto a scegliere proprio Carditello si ha la presenza di una abbondante selvaggina palustre e la possibilità di sfruttare un’area vastissima per l’allevamento di una razza equina ben selezionata, ossia il cavallo Persano che nasce da un incrocio tra esemplari di importazione turca e fattrici locali.
Grazie ad un territorio non delimitato, gli animali potevano liberamente spostarsi a brucare altri fondi, dunque fu necessaria l’acquisizione effettiva dell’area circostante e questo comportò lavori di bonifica delle paludi, di tutela dei boschi e dunque investimenti economici importanti.
Fu necessario accompagnare a questo ampliamento anche la presenza di personale adeguatamente formato, ad esempio la figura del Cavallerizzo Maggiore per la cura della selezione delle razze reali e delle infrastrutture interne, e poi un domatore di cavalli e nove garzoni.
Inoltre, dato il progredire della cultura scientifica, divennero necessari un veterinario – chiamato albeitar – ed un medico per la popolazione locale.
Sarà poi con il successore di Carlo, cioè Ferdinando IV, che si arriverà ad una ulteriore attenzione del progetto a cui fu aggiunto il Casino reale.
Attualmente il Sito reale di Carditello consente di ammirare non solo “la sala di Diana” o “ la sala delle quattro stagioni”, ma si fa anche portavoce di svariate iniziative.
Molte di queste attività sono legate alla legalità, alla formazione o al benessere, come nel caso dell’area esterna del bosco degli eucalipti , alla creatività e dopo il restauro del 2016 è visitabile.
Alessandra De Paola
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