Italia 40: mai così tante medaglie! Il resoconto della fenomenale spedizione azzurra
Le Olimpiadi di Tokyo sono terminate e l’Italia ne è uscita più forte che mai, battendo il record di medaglie con ben 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi
È l’immagine di un’Italia resiliente e forte quella che è emersa grazie a queste Olimpiadi.
In generale, il 2021 è stato positivo per noi italiani sotto diversi punti di vista. Abbiamo vinto all’Euorivision, abbiamo vinto gli Europei e ora, in queste Olimpiadi, abbiamo battuto un ennesimo record: 40 medaglie! Un risultato mai raggiunto prima nella storia dello sport italiano. Più di una medaglia vinta al giorno.
Ecco i nomi degli atleti vincitori delle dieci medaglie d’oro: Vito Dell’Aquila (Taekwondo, categoria -58 kg), Federica Cesarini e Valentina Rodini (canottaggio, categoria doppio pesi leggeri), Gianmarco Tamberi (salto in alto), Marcell Jacobs (100 metri), Caterina Banti e Rugero Tita (vela), Simone Consonni, Filippo Ganna, Francesco Lamon e Jonathan Milan (ciclismo su pista, inseguimento a squadre), Massimo Stano (marcia 20 km), Antonella Palmisano (marcia 20 km), Luigi Busà (karate, kumite 75 kg), Marcell Jacobs, Lorenzo Patta, Fausto Desalu e Filippo Tortu (staffetta maschile 4×100).
Alcune gare sono state più mozzafiato di altre (inutile negarlo, abbiamo goduto quando la squadra maschile della staffetta 4×100 ha battuto per un millesimo di secondo gli avversari britannici. Ci è sembrato di rivivere i rigori degli Europei!), ma tutte hanno mostrato la forza di volontà, l’impegno e la costanza di tutti gli atleti, dal primo all’ultimo.
È una storia di impegno, certo, ma anche di riscatti e traguardi personali.
L’onnipresente atletica, ad esempio, che dopo la sorpresa Jacobs sulla 100m e sulla staffetta, regala un meritatissimo oro a Gimbo, che non potette partecipare a Rio per il gravissimo infortunio al tendine, o ancora il bronzo di Paltrinieri, splendido e più forte che mai dopo una malattia che lascia pesanti strascichi come la mononucleosi, o Luigi Busà che è presenza fissa ai mondiali di karate e si è confermato a queste olimpiadi, che per la prima volta hanno introdotto quest’arte marziale.
Ancora, Vanessa Ferrari che, dopo una serie di infortuni, interventi e delusioni (non è da dimenticare il mondiale che vinse a soli 16 anni e, da allora, le altissime aspettative che sono state riposte in lei), ha finalmente portato a casa un bellissimo argento nella ginnastica a corpo libero.
Anche nelle discipline in cui non siamo riusciti a raggiungere il podio è emersa la forza e la tenacia degli atleti che hanno contribuito a renderci una nazione fiera, che prima ancora di pensare alla vittoria, pensa a metterci impegno, passione e determinazione.
Nonostante il fuso orario e i canali attraverso cui era possibile fruire di queste Olimpiadi potessero essere degli ostacoli al reale godimento della “spedizione azzurra”, il nostro orgoglio non ne ha affatto risentito.
Ad ogni medaglia vinta, abbiamo esultato; ai sacrifici degli atleti abbiamo guardato con grande empatia; dei loro risultati siamo stati fieri e orgogliosi, non per la medaglia in sé, ma per quello che si cela dietro quelle vittorie: sudore, debolezze, timori, paura, pressioni. Abbiamo sofferto delle sconfitte insieme a loro, ma allo stesso tempo, sconfitta o vittoria, ci siamo sentiti forti, invincibili.
I nostri atleti sono stati forti, hanno creduto in loro stessi, nella forza dei loro sogni e dei loro obiettivi e hanno sentito, anche a chilometri di distanza, l’affetto e il sostegno di una nazione intera.
Abbiamo dimostrato al mondo intero chi siamo davvero, che se vogliamo possiamo raggiungere risultati mai visti prima… e ci siamo piazzati al decimo posto di un medagliere che conta ben 86 postazioni.
Mica male, Italia!
Anna Illiano
Vedi anche: Olimpiadi 2020 e sessismo sportivo. Le atlete dicono Stop!