Never have I ever… La morte si sconta ridendo
Never have I ever… è un teen dramedy uscito su Netflix nel 2020 e tornato con la seconda stagione nel 2021.
Tra risate, problemi tipici dell’adolescenza e un pizzico di dramma, Non ho mai… racconta di come il lutto ci cambi. E cambi la nostra percezione del mondo.
Devi Vishwakumar è una ragazza di origini indiane che vive in America con la sua famiglia.
Dopo la morte improvvisa e prematura del padre, Devi subisce un trauma tale da non riuscire più a camminare per un certo periodo. Poi, ad un tratto, il miracolo. O forse, l’accettazione.
Devi torna a deambulare con le sue gambe e decide – come in ogni teen drama che si rispetti – di cambiare la sua vita e conquistare il ragazzo che le piace. Che è anche il più figo della scuola, ovvio.
Circondata da amici e familiari a loro volta presi dai loro problemi, Devi combina un guaio dietro l’altro rischiando di minare continuamente i rapporti con i suoi cari. Quello che le viene più volte accusato è di essere una persona egoista, irrazionale al limite del pericoloso.
Ma ciò che capiamo – anche se non c’è un “prima” – è che Devi è cambiata dopo la morte del padre. Perdere qualcuno non è mai una cosa semplice ma se a quindici anni vedi andar via per sempre la persona a cui eri più legata, il trauma che subisci è devastante. Ed è questo che traspare dal personaggio di Devi: una rabbia, un vuoto da colmare ingordamente come una fame nervosa che ti porta a mangiare non importa cosa, importa quanto.
La spasmodica ricerca di attenzioni – forse neanche consapevole – di Devi la porta invece ad allontanare tutti. Il suo continuo negare il dolore non la aiuta a prendere decisioni sagge, trasformando ogni situazione in una grottesca lotta alla sopravvivenza nel selvaggio mondo degli adolescenti.
I diversi stadi del lutto vennero analizzati ed elencati nel 1970 dalla psicotanatologa Elizabeth Kubler – Ross che elencava in cinque punti la metabolizzazione della dipartita di qualcuno:
Negazione
Rabbia
Contrattazione
Depressione
Accettazione
Never have I ever… affronta tutto questo con ironia e sarcasmo, non risultando mai pesante o ridondante ma trasmettendo, attraverso la leggerezza e la spensieratezza degli adolescenti protagonisti, il messaggio fondamentale che tutti dovremmo sempre tenere a mente: nessun uomo è un’isola.
Non deve esserci vergogna nel chiedere aiuto, piangere sulla spalla di qualcuno.
Gli affetti, quelli veri, saranno sempre al nostro fianco. Anche se cerchiamo
inconsciamente di boicottarli.
Henry Scott Holland
Maria Rosaria Corsino
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