Padova urbs picta diventa patrimonio dell’umanità
La cappella degli Scrovegni ed altri otto edifici suddivisi in quattro aree della città sono ufficialmente patrimonio dell’umanità.
L’Unesco, nella 44ma riunione che si è tenuta in Cina a luglio, ha inserito Padova nella prestigiosa World Heritage List.
La Città, che già contava un altro sito divenuto patrimonio dell’umanità nel 1997, l’Orto botanico, è stata definita urbs picta, città dipinta, per i suoi cicli di affreschi risalenti al XIV secolo e distribuiti in vari edifici e complessi, opera delle migliori maestranze del tempo.
Oltre alla celebre Cappella degli Scrovegni, affrescata da Giotto, entrano a far parte del patrimonio dell’umanità anche il Palazzo della regione, la Chiesa degli Eremitani, il Palazzo dei Carraresi, Piazza Duomo, il Battistero, la Basilica di Sant’Antonio e la Chiesa di San Michele.
Secondo la motivazione fornita dall’Unesco, i cicli di affreschi trecenteschi padovani hanno segnato un punto di svolta nella storia dell’arte. Essi possono essere considerati il frutto dell’intenso scambio culturale che vi era tra gli artisti, i letterati e gli scienziati nel Trecento, ponendo le basi per la pittura del Rinascimento.
La Cappella degli Scrovegni, il più famoso tra i siti nominati, fu edificata intorno al 1300 per volere di Enrico Scrovegni, ricco uomo d’affari figlio di un usuraio, con il fine di accrescere la sua fama.
Scrovegni comprò il terreno occupato in precedenza da un anfiteatro romano per costruirvi la sua dimora, distrutta poi nel 1887, con annessa chiesa sul lato sinistro aperta al pubblico, che in seguito avrebbe ospitato le sue spoglie.
Per affrescare la cappella chiamò quello che al tempo era considerato il più talentuoso tra gli artisti in circolazione: Giotto. Quest’ultimo produsse un ricco programma iconografico considerato unanimemente il suo capolavoro.
Consacrata il 25 marzo 1305, giorno della festa dell’Annunciazione, l’interno dell’edificio, con volta a botte, è interamente affrescato su più registri. Sulla parete destra vi è la narrazione delle Storie di Anna e Gioacchino; sul lato sinistro le Storie della Madonna; nei registri sottostanti di ambedue le Storie di Cristo; nelle porzioni laterali dell’arco centrale vi è la rappresentazione dell’annuncio della nascita di Cristo a Maria.
Nella parte terminale delle pareti si possono osservare le allegorie delle Virtù cardinali e teologali rappresentate come figure femminili e dei Vizi.
Sulla controfacciata invece si trova un maestoso Giudizio Universale, con al centro Cristo circondato ai lati da una fitta schiera di angeli e dagli apostoli. In basso, divisi da una croce sorretta da due angeli, figurano i beati ed i dannati travolti da lingue di fuoco con al centro Lucifero rappresentato come un mostro di colore blu.
Ed è sempre in basso al Giudizio Universale che si nota l’omaggio alla Madonna, a cui è dedicata la Cappella. Nella scena si vede il committente Enrico Scrovegni inginocchiarsi insieme al vescovo Altegrado dei Cattanei e porgere alla vergine Maria il modellino della chiesa.
Una menzione merita anche il Palazzo della Regione. Con i suoi 82 metri di lunghezza e 27 di larghezza fu costruito intorno al 1219, aveva una funzione pubblica, ospitando i tribunali cittadini ed il mercato.
La caratteristica copertura a carena di nave fu realizzata in un secondo momento, intorno al 1306 dal frate Giovanni degli Eremitani che apportò modifiche anche all’interno, realizzando un’unica grande sala.
Gli originali affreschi di Giotto sono andati distrutti in un incendio nel 1420 e successivamente il palazzo è stato affrescato nuovamente dagli artisti Nicolò Miretto e Stefano da Ferrara, con temi riguardanti il mondo astrologico, i mestieri, le insegne dei giudici, le virtù cardinali e teologali.
Questo ciclo di affreschi è uno dei più grandi e comprende 333 riquadri affrescati, disposti su tre registri.
L’assemblea tenuta a Fuzhou del Comitato del patrimonio mondiale era quella che si sarebbe dovuta svolgere nel 2020 e che a causa della pandemia da Covid-19 era stata annullata.
Ragion per cui, in questa riunione, oltre a Padova che ha ricevuto la nomina per il 2020, anche i Portici di Bologna sono stati nominati patrimonio dell’umanità per la candidatura del 2021.
L’Italia è ad oggi il paese che al mondo ospita il maggior numero di siti eletti patrimonio mondiale: ben 58 infatti sono quelli inseriti nella World Heritage List. A questi vanno aggiunti altri 14 nominati patrimonio immateriale dell’umanità, portando il numero finale a 72.
La Farnesina ha affermato che l’importante traguardo raggiunto “testimonia una volta di più la straordinaria ricchezza del Patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese”.
Beatrice Gargiulo