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Don Zauker è vero e proprio “Ciarpame morale”, due chiacchiere con I Paguri

In occasione del Festival Ceci n’est pas un blasphème è stata allestita al PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli, una mostra dai contenuti a dir poco provocatori, che si prefigge lo scopo di rispondere alla censura religiosa anche tramite una forte satira anticlericale.

Non si poteva, quindi, non dedicare una sezione all’irriverente Don Zauker, il prete blasfemo e irrispettoso, nato dalla collaborazione di Emiliano Pagani e Daniele Caluri, conosciuti anche come I Paguri. Un nome geniale, secondo me.

Sono riuscita a incontrarli al PAN di Napoli e a disturbarli con qualche domanda. È stato davvero interessante parlare con loro del Festival, dell’importanza di saper fare satira e… beh, non faccio spoiler: meglio che leggiate l’intervista!

Il personaggio di Don Zauker si sposa benissimo con il tema del Festival. Cosa avete pensato quando vi hanno proposto di partecipare?

Daniele Caluri: «Viva! Abbiamo pensato che fosse una bellissima idea! Soprattutto, siamo felici di poter supportare la campagna EndBlasphemyLaws, che è nobile e importante e, in quanto tale, anche molto dura. Viviamo in un paese che, tra quelli europei, è tra i più restrittivi per quanto riguarda la libertà di espressione, soprattutto a causa della censura religiosa, per cui siamo onorati di partecipare a questa battaglia insieme al nostro personaggio»

Credete che l’arte e la satira abbiano il potere di sbloccare la situazione italiana?

DC: «L’arte serve sempre, anche se è sempre meno compresa dal pubblico. Credo che ormai si sia un po’ allontanata dai gusti del pubblico… parlo dell’arte con la A maiuscola, mentre il fumetto fa ancora abbastanza presa. La satira non è più quella di dieci, quindici anni fa. La rivoluzione digitale e l’avvento dei social hanno fatto sì che si moltiplicasse e questa moltiplicazione, in realtà, la indebolisce»

Che cosa intendi?

DC: «Ora c’è una sorta di gara a chi la spara più grossa e, soprattutto, prima. Mi riferisco soprattutto a siti come Lercio, Spinoza… ci sono battute fantastiche, anche geniali, ma è diventata una gara a chi commenta per primo i fatti del giorno con una battuta sagace, che però viene presto sostituita dalla successiva. Questa velocità impedisce al messaggio di sedimentarsi, impedisce di innestare un ragionamento nel lettore»

Emiliano Pagani: «È diventata una questione di tecnica. Si avverte l’urgenza di far vedere quanto si è bravi, ma non quella di esprimere davvero qualcosa. Lo scopo della satira, invece, dovrebbe essere quello di far riflettere, di rompere gli schemi, di portare alla luce un punto di vista diverso. Questo non succede se le battute servono solo a far ridere, a dimostrare di essere bravi, brillanti e divertenti»

Come è nato il personaggio di Don Zauker?

DC: «È nato… tra l’altro, in via della Madonna. Dopo il Giubileo del 2000 c’era una presenza incessante della Chiesa e di tutti i membri delle gerarchie ecclesiastiche in qualsiasi programma televisivo o radiofonico: c’era sempre un prete che voleva esprimere il suo parere su qualcosa. Era diventato qualcosa di veramente pressante e indigesto, anche perché non si trattava solo di esprimere un’opinione… era una vera e propria ingerenza nella vita pubblica, per cui qualsiasi uomo religioso, dal cardinale fino all’ultimo curato di campagna, si esprimeva anche su temi sensibili, come il matrimonio omosessuale, l’aborto, la contraccezione… e insomma, un conto è la fede: ognuno è libero nel segreto della propria cameretta di credere a quello che vuole, ma nel momento in cui l’insieme dei fedeli inizia a condizionare la vita pubblica e di conseguenza anche la mia, allora diventa un problema. Non ne eravamo affatto felici e, per evitare di andare in analisi, decidemmo di riversare questo malessere in un fumetto satirico, con un umorismo decisamente feroce e forte, perché era, ed è ancora, lo specchio della nostra insofferenza»

Le prime storie erano auto pubblicate, vero?

EP: «No, in realtà le primissime erano storie brevi di due pagine e le pubblicavamo su Il Vernacoliere, una rivista satirica storica, nata a Livorno, che ha avuto il suo momento di maggiore gloria e diffusione negli anni Novanta. Adesso esiste ancora, ma è parecchio scaduta rispetto agli inizi. Però il formato di due pagine ha iniziato a starci stretto, sentivamo il bisogno di più spazio, e così abbiamo fatto una storia lunga di sessantaquattro pagine…»

DC – ridendo -: «Quarantasei…»

EP – ridendo – : «Vero, sembra che non l’abbiamo fatta neanche noi!»

DC: «Ha invertito i numeri, sei discalculico?»

EP: «Vabbè…  ci siamo auto pubblicati e da lì in poi Don Zauker ha iniziato ad avere un certo successo e a uscire, anche grazie a internet, fuori dai confini della Toscana. La cosa ci è piaciuta e siamo andati avanti e nonostante alcuni editori, anche di un certo peso e di una certa rilevanza a livello nazionale, ci avessero fatto delle proposte, abbiamo continuato con l’auto produzione perché ci garantiva la massima libertà di espressione, sia nella forma che nel contenuto»

DC: «Questo fino a che non ci ha pubblicato Feltrinelli. Ma prima ancora di poter sfruttare le potenzialità di Internet, abbiamo fatto autoproduzione vera: pagavamo noi la stampa, ci portavamo le copie a casa e abbiamo girato per diverse fiere, a partire dal Comicon di Napoli, il Cartoomics a Milano, Lucca Comics e così via. Vendevamo lì le copie. È stato bello e interessante, ma anche molto stancante. Insomma, all’inizio è stata una bella avventura, ma adesso siamo vecchi, non ce la facciamo più. Ci fa piacere che ci abbia pubblicato Feltrinelli e anche che sia proprio Feltrinelli l’editore che chiuderà il cerchio, perché il prossimo albo sarà quello conclusivo, non pubblicheremo altro con Don Zauker»

Feltrinelli vi ha lasciato massima libertà o avete avuto problemi?

DC: «Zero. Sono stati bravissimi»

EP: «Solo per la copertina, la prima copertina che avevamo proposto era un Don Zauker che teneva il crocifisso fatto con la nunchaku con Cristo inchiodato e ci hanno chiesto di levarlo almeno dalla copertina»

DC: «Poi dentro c’è comunque la nunchaku con le braccia della croce, è qui dietro esposta»

Ricordiamo che la mostra al Pan sarà aperta fino al 30 settembre, per cui consiglio caldamente di andare a vederla

DC: «Per i contenuti invece non ci hanno creato problemi, anche perché era negli accordi iniziali. Quando ci hanno ospitato in redazione, prima ancora di parlare di compenso e trattamento abbiamo chiesto… non dico carta bianca, ma molto chiara, ecco»

EP: «Anche perché ci conoscevano e sapevano che avevamo già rifiutato altre offerte e che su certe cose non eravamo disposti a scendere a compromessi. Una su tutte la libertà di espressione. Facciamo questo lavoro da tanti anni, per cui abbiamo imparato ad aggirare i paletti. Quando vogliamo dire una cosa, riusciamo a dirla in modo di non attirare denunce, ma a dirla ugualmente»

DC: «Cose anche tremende, eh!»

EP: «Si sono fidati di noi e del nostro lavoro»

E invece sui social avete mai avuto problemi?

DC: «No, perché anche lì basta saper porre le cose in un determinato modo. È inutile protestare contro la censura di Facebook, è un mezzo privato e ha delle regole. Se non vuoi rispettarle, non postare lì. Ma le regole possono essere aggirate, si può fare uno sforzo creativo, avere l’inventiva di voler dire quello che si vuole dire, in maniera anche un po’ più ganza»

EP: «Poi, se per problemi intendi minacce e offese da parte di utenti, quello sì… di tutto!»

DC: «In genere associazioni di imbecilli»

EP: «Ma anche di singoli rincoglioniti. Un tipo fece una recensione negativa dicendo: “non leggete Don Zauker, è ciarpame morale”. Questa definizione ci piacque così tanto che chiedemmo a Feltrinelli di fare la fascetta per il fumetto!»

DC: «E NON L’HANNO VOLUTA FARE! GLI MANCA PROPRIO IL GUIZZO!»

EP: «Avevamo proposto di creare un’intera linea editoriale da intitolare “Ciarpame morale” dove pubblicare solo fumetti squallidi, roba triste e pesante… e non l’hanno voluta fare!»

Era geniale! Direi che Feltrinelli manca completamente di spirito imprenditoriale. Avete qualche progetto per il futuro? Una nuova storia, magari?

DC: «Sicuramente lavoreremo ancora insieme. Ci conosciamo da centomila anni, non abbiamo nulla di pianificato, ma sicuramente qualche altra idea da voler sviluppare insieme ci verrà»

EP: «Il prossimo che uscirà sarà l’ultimo volume Don Zauker, ma successivamente uscirà un volume di Dylan Dog contro Don Zauker assunto a ruolo di cattivo. Per noi è una soddisfazione enorme, perché un personaggio di un fumetto, nato nella mia cucina, è arrivato a sfidare Dylan Dog… è una grandissima soddisfazione!»

DC: «Non abbiamo nulla di pianificato per il futuro perché noi siamo sempre stati mossi dall’esigenza di esprimerci e non dalla richiesta del mercato. Adesso sentiamo che non abbiamo più nulla da dire su questo stesso tema, vogliamo andare avanti….»

EP: «Sono 18 anni che ci lavoriamo, ormai quello che volevamo dire lo abbiamo detto. Per noi sarebbe noioso continuare a ripetere le stesse cose. A volte il lettore è conservatore e ricerca sempre le stesse cose, lo stesso tormentone e la stessa battuta… ma se noi ci annoiamo, beh, anche il lettore deve adeguarsi e cambiare»

Il mondo offre ogni giorno infiniti spunti per fare satira e io spero che nascerà presto una nuova storia grazie all’inventiva, l’ironia e l’irriverenza di Daniele Caluri e Emiliano Pagani. Sempre che stavolta non scelgano la terapia… sarebbe un peccato, almeno per noi lettori.

Nadia Rosato

Foto di Giovanni Allocca

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Nadia Rosato

Nadia Rosato, napoletana di nascita e di residenza. Laureata in Filologia Moderna. Ho la luna in gemelli. Il modo migliore per farmi fare una cosa è dirmi che non posso farla.

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