“Amarcord”… Fellini fumettista: 5 film disegnati dal regista
In occasione dell’anniversario della morte del regista riminese, ricordiamo le sue pellicole più celebri, che hanno fatto la storia del cinema.
«… mi sembra di poter dire che ho sempre scarabocchiato, fin da bambino, su qualsiasi pezzo di carta mi capitava davanti. È una sorta di riflesso condizionato, di gesto automatico, una mania che mi porto dietro da sempre, e con un po’ di imbarazzo confesso che c’è stato un momento nel quale ho pensato che la mia vita sarebbe stata quella del pittore.»
È chiaro, leggendo le parole dello stesso Fellini, che il suo magma vitale scorreva verso tutto ciò che di creativo potesse plasmare con la sua mente di “realista visionario”. Una mente che, accompagnata dalle mani fin da piccolo, ha sempre messo al centro l’importanza della visione, prima che della parola o del suono.
Iniziando come dilettante, che si cimentava nelle caricature dei suoi insegnanti o in alcuni lavori commissionati al momento sulle spiagge di Rimini, diventa un vignettista professionista a partire dalla collaborazione con “Marc’Aurelio”, giornale satirico nato nel 1931.
Iniziata la sua attività di regista, i disegni non potevano mancare, accompagnando così il processo creativo.
«Perché disegno i personaggi dei miei film? Perché prendo appunti grafici delle facce, dei nasi, dei baffi, delle cravatte, delle borsette, del modo di accavallare le gambe, delle persone che vengono a trovarmi in ufficio? Forse l’ho già detto che è un modo di cominciare a guardare il film in faccia, per vedere che tipo è, il tentativo di fissare qualcosa, sia pure minuscolo, al limite dell’insignificanza, ma che mi sembra abbia comunque a che fare col film, e velatamente mi parla di lui; non so, forse è anche un pretesto per avviare un rapporto, un espediente per trattenere il film, o meglio ancora per intrattenerlo.»
Le immagini e gli schizzi del regista sono eloquentissimi: in alcuni continua ad emergere la sua vena giocosa e satirica (diverse sono le caricature fatte ad amici e colleghi), nonché la sua volontà di visualizzare concretamente un volto, un dettaglio, qualcosa che aveva vissuto, fino a quel momento, solo nella sua mente.
In altri è il mito del suo cinema a farsi concreto sul foglio, attraverso la vividezza dei suoi pennarelli e il tratteggio netto e sicuro del suo disegno.
Il contenuto dei suoi sogni è stato materializzato negli schizzi anche di film mai realizzati, come Viaggio a Tulum e Il viaggio di G. Mastorna.
Grazie alla Cineteca di Rimini, che ha messo a disposizione le bozze colorate del regista, è possibile sfogliare online i disegni di Fellini.
Alcuni di questi rievocano le stesse immagini che hanno reso indimenticabili i suoi film, da Lo Sceicco bianco a I vitelloni, tanto da farci dire “amarcord” di quella scena, di quel personaggio: grazie a questi archivi, il mito felliniano continua ad affascinare i suoi ammiratori, al di là della proiezione cinematografica.
- Otto e mezzo: la Saraghina balla la rumba
- Lo sceicco bianco: Cabiria, Matilde e mangiafuoco
- Amarcord: lo zio matto
- I vitelloni: al mare
- Satyricon: Vernacchio
Elena Di Girolamo
Vedi anche: Impariamo ad annoiarci come Fellini