Ancora una volta la giornata è salva grazie alle Superchicche
“Zucchero, cannella ed ogni cosa è bella. Questi sono gli ingredienti scelti per creare le ragazzine perfette, ma il professor Utonium aggiunse per sbaglio un ulteriore ingrediente alla mistura: il chemical X.
E così nacquero le Superchicche. Facendo uso dei loro supermega poteri, Lolly, Molly e Dolly hanno dedicato le loro vite alla lotta contro il crimine e le forze del male.”
Chi non ricorda la famosa sigla che apre uno dei cartoni che ha segnato noi millenials quando Cartoon Network dettava legge? Impossibile che questa formula non risulti familiare a chi, incollato alla tv, scandiva pomeriggi che nessuno riuscirà mai a restituirci.
Tra live action che non si farà (tiriamo un sospiro di sollievo) e la serie reboot che fa storcere parecchio il naso, la saga delle Superchicche, creata da Craig McCracken e prodotta da Hanna-Barbera, ci faceva sorridere per diversi motivi.
Parodia del classico mondo dei supereroi e dei super cattivi e ambientato nella mitica città di Townsville, anonima per “onomastica”, ma calamita di ogni sorta di calamità, la storia vede protagoniste tre bambine che frequentano l’asilo e nel tempo libero sono direttamente incaricate dal sindaco di salvare la città, a causa dei loro super mega poteri, derivati da un composto chimico e potenzialmente tossico, versato per errore nella lista dei dolci ingredienti utilizzati dal Professor Utonium.
Validità della fecondazione in vitro a parte, creato l’eroe, si genera direttamente la sua nemesi, una delle tante ma sicuramente la più importante: Mojo Jojo, ex scimmietta del Professore che, sentendosi abbandonata, decide di andarsene con non poco rancore e mutazioni dovute all’esplosione in laboratorio. Geniale e incompreso è il Lex Luthor della serie e darà alle giovani ragazzine parecchio filo da torcere.
Uno dei personaggi più controversi e indefinibili è sicuramente Lui. Essere innominabile e forse senza nome, demone rosso ed effeminato dalla voce suadente, capace di creare mutevoli illusioni, è sicuramente uno dei personaggi più iconici e conturbanti che potessimo permetterci alla tenera età di dieci anni.
E perché non menzionare anche lei, la Medusa incantatrice e malvagia, maestra di travestimenti e sotterfugi vari, la mitica Seducella ci ha insegnato che i nostri capelli possono essere davvero pericolosi.
Altri cattivi degni noti sono la Banda dei verdastri e gli Ameba boys: i primi ragazzacci di un insolito colore verdastro e i secondi letteralmente amebe, patetici in qualsiasi tentativo di minaccia.
Per quanto la serie susciti ilarità e simpatia per gli assurdi personaggi di cui si colora, ricorderete senz’altro la tristissima puntata di Bunny, superchicca nata per volere delle altre, stanche dei loro molteplici doveri e desiderose di un aiuto. La povera creazione deforme e combinaguai, dopo la rivalsa finale, esplode a causa delle reazioni chimiche all’interno del suo corpo, lasciandoci sgomenti e traumatizzati fino alla fine dei nostri giorni.
The powerpuff girls è uno dei tanti cartoni assurdi di cui solo oggi possiamo cogliere tutti i riferimenti, in età adulta e con le nostre esperienze grottesche; una delle animazioni che con i suoi disegni semplici ha colorato i nostri mondi interiori, come i colori che invadono la città di Pleasantville, o, in questo caso, di Townsville.
Fonte immagine: wikipedia.org
Maria Cristiana Grimaldi
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