DDL Zan? L’Italia arretrata e conservatrice ha detto no
È degli ultimi minuti, purtroppo, la notizia funesta: la cosiddetta “tagliola” presentata da Fdi e Lega ha vinto. Il DDL Zan contro omotransfobia, abilismo e misoginia è stato affossato.
Si sarebbe trattato di un passo verso la tolleranza, il rispetto, la libertà individuale di una parte di popolazione da sempre discriminata e bullizzata.
Ma no, l’Italia della Destra, l’Italia che ancora una volta ha vinto, non è per il progresso. Non è per la libertà, non è per il dare voce e diritti a quella fetta di popolazione da sempre vista come un pericolo.
La storia del disegno di legge di Alessandro Zan è stata travagliata (ma ce lo aspettavamo tutti, no?), eppure si aveva la speranza che prima o poi l’Italia avrebbe fatto quel “passo di civiltà”, come l’ha definito Alessandro Zan. L’ideatore del DDL che ha suscitato reazioni avverse della Destra e, ovviamente, del Vaticano, ci ha provato, ci ha sperato e si è schierato fino all’ultimo.
Fino al momento in cui ha dovuto constatare che, fin quando si seguiranno le “sirene sovraniste” – così le ha definite nel suo ultimissimo post su Instagram di 48 minuti fa –, per l’Italia sarà impossibile raggiungere quel grado di civiltà e tolleranza che permetterà a tutti – ma proprio a tutti – di smettere di vivere nel terrore e nella discriminazione.
E così, con 154 voti favorevoli alla tagliola e 131 contrari, vince ancora una volta la repressione, la vergogna, la storia che da sempre ci parla di uno Stato governato dal conservatorismo e dalla fervida e violenta difesa della famiglia tradizionale.
Retaggio di una chiesa cattolica fin troppo invadente? Anche. Il vero problema è che questo retaggio viene tutt’oggi difeso con forza e orgoglio da una Destra che, purtroppo, sembra vincere sempre.
L’Italia resta uno dei pochissimi Stati, ormai, a non contemplare una legge contro l’omotransfobia, l’abilismo e la misoginia. Non c’è da stupirsi, dunque, se Matteo Salvini, leader della Lega, reagisca con la seguente affermazione alla demolizione del DDL: «[Letta e 5Stelle, ndr] hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie. […] Ora ripartiamo dalle proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione».
Tradotto: la Destra si sente violata nella sua libertà d’espressione (perché i commenti e gli insulti omofobi e misogini rientrano nella libertà d’espressione, giusto?), ma allo stesso tempo è contraria al lasciare liberi di esprimersi tutti quei cittadini che, ad oggi, si sentono abbandonati a se stessi e sentono la necessità di farsi sentire, di farsi riconoscere.
Oggi non ha perso solo il DDL Zan: ha perso – tra le grida e gli applausi dei 154 homini sapiens – la speranza di un Paese migliore, inclusivo, tollerante.
Abbiamo perso ed è ora di fare davvero i conti con la realtà in cui ci troviamo costretti a vivere.
Anna Illiano
Vedi anche: Ddl Zan: la camera approva il disegno di legge contro l’omotransfobia e non solo