È un attacco di panico. E sta per passare
Vi è mai capitato di vivere una forte situazione di ansia e di stress, sfociata nella perdita del controllo sulle proprie emozioni e sul proprio corpo?
E vi è successo che, in quell’istante, non abbiate saputo comprendere cosa vi stesse accadendo, pensando, perciò, soltanto al peggio?
In caso positivo c’è una possibilità molto probabile. Quella che abbiate vissuto un attacco di panico.
La certezza che si tratti proprio di ciò non può ovviamente darla una frase in un articolo, poiché la salute mentale è una questione seria e impegnativa al pari di quella fisica. Per avere la sicurezza e consapevolezza di quanto accaduto vi è perlomeno la necessità di approfondire il singolo caso in maniera appropriata.
Avere già un’idea di cosa sia successo, però, è sicuramente un aiuto, e ancor più quasi un sollievo. Ciò perché, quando arriva il primo attacco di panico, la sensazione sconosciuta di impotenza e di sbigottimento nei confronti di quanto vissuto, così ignoto e spaventoso, e di quanto provato, così forte e catalizzante, è talmente totalizzante da far aumentare il malessere scaturente stesso.
Si tratta di un episodio di acuto e improvviso panico, per l’appunto, con un’escalation dell’ansia e della paura che solitamente il soggetto vive in quello specifico periodo della sua vita. Ansia e paura che risultano esserne le cause. Il tutto arriva perciò in maniera repentina, e proprio repentinamente raggiunge il culmine dell’intensità, nel giro di una manciata di secondi, e durando complessivamente una ventina di minuti.
E quando accade ciò si manifestano dei sintomi, sia cognitivi sia somatici. Palpitazioni, sensazione di asfissia, di sbandamento, di derealizzazione, sudorazione improvvisa. E ancora dolore al petto, tremore, nausea, brividi, vampate di calore, vertigini. E infine paura di morire e timore di impazzire.
Non è necessario che tutti i sintomi si manifestino in contemporanea per far sì che si tratti di un attacco di panico. In alcuni di essi se ne presentano pochi, risultando così paucisintomatici. Ciò non toglie che l’accadimento rientri proprio in questa categoria di avvenimenti.
Superato lo step del primo, estremamente duro, attacco, però, è molto probabile che quest’ultimo non resti un unico caso isolato. La maggior parte delle volte, arrivato il primo, ne arriveranno altri. Per cui si vivrà in uno stato comunque ansioso, col timore che possa ricapitare da un momento all’altro.
Un vero e proprio cane che si morde la coda.
Per questo motivo è necessario dare la giusta importanza alla questione, andando alle basi del problema e studiando come risolverlo, magari tramite il salvifico aiuto di un professionista.
Giovanna Iengo
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