Finissage (censurato) di Ceci n’est pas un blasphème
La chiusura della mostra del Festival delle Arti per la libertà d’espressione contro la censura religiosa al PAN, giovedì 30 settembre, non è andata come previsto dal programma.
Secondo il calendario, l’artista internazionale Abel Azcona sarebbe dovuto essere presente al finissage in veste di performer. Come annunciato con rammarico dagli organizzatori del Festival, la performance è stata vietata dal museo ospitante per motivi legati alla natura della scena immaginata da Azcona.
Secondo la direzione del Festival: “L’artista sarebbe stato in piedi su una piccola base bianca, vestito di nero e immobile. Su un piedistallo più alto, posto davanti a lui, un bambino di circa 10 anni, anch’egli vestito di nero, avrebbe puntato una pistola (giocattolo) alla bocca dell’artista. La rappresentazione in corpo vivo del ricatto – sotto le mentite spoglie dell’innocenza – che ha permesso gli abusi subiti e denunciati dall’artista.”
I bambini coinvolti, di età compresa tra i 7 e i 10 anni, alternandosi, avrebbero dovuto assumere una posa fotografica per il tempo adeguato alla loro personale resistenza. Che tale performance li avrebbe provati fisicamente ed emotivamente, a violazione dei diritti dell’infanzia, non appare ragionevole; se non fosse possibile far recitare bambini in sceneggiature di violenza, non avremmo film horror, drammatici, di denuncia che al contrario vedono protagonisti proprio bambini, sebbene poi quegli stessi film siano vietati ai minori, anzi sarebbe considerato uno sfruttamento anche la posa fotografica per le pubblicità di moda.
È evidente che la motivazione del respingimento non può essere questa.
Capiamo che non è una motivazione, bensì una preoccupazione.”
Così il 30 settembre, attraverso una diretta sui canali social, l’organizzazione ha deciso di denunciare e comunicare ancora una volta la situazione di paradossale censura ai danni di artisti e opere coinvolte in un progetto più ambizioso di sensibilizzazione.
L’installazione “Pederastia – Amen”, per la quale Abel Azcona ha vissuto feroci polemiche e contestazioni da parte di religiosi, è stata smantellata in diretta streaming.
Per l’opera, l’artista ha accumulato 242 ostie, come il numero di casi di pedofilia resi noti nel nord della spagna nel decennio precedente, scrivendo “pederastia” con le ostie raccolte, sull’altare del monumento ai caduti di Pamplona. Nella sala allestita al PAN, la stessa installazione vedeva le pareti ricoperte delle innumerevoli denunce ai danni dell’artista.
Foto dell’evento conclusivo e delle sale in mostra con opere di: Hogre, Illustre Feccia, Ceffon, Alt, MALT, Yele&Tres, Pierz, I Paguri, Antonio Mocciola e altri.