S’è fatto tardi molto presto
Coccole e danza del latte – Con l’augurio di dimostrarvi sempre e reciprocamente il vostro amore, anche stanotte dormiamo domani.
Dicono che la notte porta consiglio, e qui porta anche crampi e dolori perché costretta ad adattarmi in posizioni assurde per fare stare comodo il signor S; ha deciso di dormire con noi col suo alito della morte.
No, non ci si può fare nulla. Cose che capitano. Fatto sta, che, l’attaccamento agli umani, di questi signori del mondo, più comunemente chiamati gatti, non dovrebbe mai essere messo in discussione. Non qui.
Con il loro carattere tendenzialmente lunatico e misterioso, dimostrano, seppure in modi diversi, quanto ci amano. Ce lo lasciano intendere in una maniera più sottile di quanto normalmente facciano i cani, ma chi conosce bene i gatti, riesce a riconoscere, chiaramente, le loro dimostrazioni d’affetto. E più ti fiderai del tuo istinto, come del resto fa il gatto, di più vedrai e percepirai quanto il tuo amato ti voglia bene a sua volta.
A prima vista, i nostri figli coi baffi, possono sembrare un po’ freddi, ma conoscendoli meglio, sanno essere molto teneri ed affettuosi e richiedono in cambio la stessa moneta, e parlare con loro, specie se con il tono giusto, può tornarci molto utile. Fondamentale è costruire con il nostro gatto un rapporto, accettandolo, non forzandolo, dandogli tempo e spazio, e cominciare a parlargli fin da subito.
Ma perché il mio gatto fa la “danza del latte”? Molti gatti “fanno la pasta” o per l’appunto la “danza del latte” sui nostri maglioni. Premono e stantuffano ritmicamente con le zampe anteriori, anche quando pesano otto o dieci chili. Più raramente, alcuni, nello stesso tempo, succhiano la lana o il nostro lobo auricolare come se fosse un capezzolo.
È un comportamento che arriva dalla prima infanzia, il cucciolo fa questo gesto sulle mammelle della madre per sollecitare l’arrivo del latte, e sono quelli tolti troppo precocemente dalla madre ad avere questo atteggiamento, ma non è così automatico.
Ci sono gatti che hanno avuto un rapporto normale ed equilibrato con la madre ma continuano a “impastare” per tutta la vita. È dalla madre che ricevono cibo, affetto ed educazione, è la gatta che insegna loro come comportarsi, come cacciare, cosa mangiare e chi considerare amico. Insomma, i cuccioli apprendono dalla madre quelle che saranno poi le loro “tradizioni culturali”.
E a questo rapporto primario, torna il gatto quando chiede qualcosa agli umani. Torna ad essere il bambino che fa le richieste alla mamma, un cucciolo affamato che chiede cibo e affetto (e le due cose non sono poi così diverse) e a questo richiamo è molto più facile che risponda una femmina piuttosto che un maschio. Dall’altra parte abbiamo la donna, indiscutibilmente sensibile ai richiami infantili, alla richiesta di cibo e di accudimento. E poi ci sono loro, maestri di vita, creature meravigliose, eternamente curiosi.
Amano l’avventura ma apprezzano anche la comodità. Sanno bene che poltrire e dormire sono fondamentali piaceri della vita, e si godono il momento. Al tempo stesso, sono buffi ma aggraziati. Cosa vera e giusta per tutti i mammiferi, ma i gatti, nel seguito della loro vita, non avranno un branco organizzato con le sue regole e non andranno di certo a scuola.
Mai fatto scelta migliore che scegliere te quel giorno su fb.
Adottate un gatto, vi cambia la vita. In meglio.
Francesca Scotto di Carlo
Vedi anche: La leggenda del gatto nero: fra superstizione e fortuna