Tampon Tax, cala l’IVA sugli assorbenti dal 22 al 10%. E no, non è abbastanza
La battaglia cominciata da un gruppo di donne folto ed incazzato quest’estate con il Tampon Tax Tour vede finalmente il frutto della propria fatica realizzarsi.
Una notizia ufficiale e al contempo quasi incredibile affolla – finalmente, direi – le nostre home dei social, le nostre storie e il mondo del giornalismo online.
Un piccolo passo per la donna (perché sappiamo quanto siamo versatili e resilienti), ma un grande passo per l’umanità: la Tampon Tax, ovvero la tassa sugli assorbenti, sarà abbassata dal 22% al 10%.
La marcia iniziata da Laura Sparavigna, consigliera comunale del Pd, a Firenze a luglio e continuata per tutta l’estate 2021 senza sosta, vede concretizzarsi uno dei progetti che la giovane politica ha iniziato a coltivare sin dal liceo. Laura, 28 anni, è infatti attiva da circa dieci anni, ovvero da quando era alle superiori. Una donna, un essere umano, di cui abbiamo assolutamente bisogno.
Il governo, dunque, ha annunicato la manovra in implemento a breve, nel 2022. Se finora, quindi, i prodotti per l’igiene femminile sono stati considerati dei beni ordinari al pari di vino, sigarette e vestiti, dall’entrata in vigore della manovra entrareanno nella stessa categoria di birra, biscotti, caffè e cioccolato. Va meglio, direte voi. Certo, va molto meglio. Ma, come sottolinea in molte interviste Laura Sparavigna, sicuramente non va bene.
Bene sarebbe, infatti, se gli assorbenti, a detta di qualsiasi donna un prodotto il cui uso è assolutamente inevitabile una volta al mese, fossero etichettatti come beni di prima necessità.
I beni di prima necessità, cosa sono? Alimenti come pane, pasta, riso o bevande come l’acqua o condimenti come l’olio d’oliva, oppure, in una diversa categoria anche spezie come l’origano, il basilico, il rosmarino ecc. Alcuni servizi considerati essenziali, come i biglietti per il trasporto urbano, seguono questo regime fiscale. Per questi, l’aliquota è pari al 4% o al 5%.
Non ci sembra forse ovvio che gli assorbenti, senza i quali nessuna donna in età fertile sarebbe in grado di condurre una vita “normale”, ricadano sotto una definizione caso tra “necessità”, “bisogno” o “essenzialità”? La risposta appare quasi “marzulliana”.
La battaglia di Laura e delle donne è quindi vinta, ma la guerra è ancora aperta. Gli assorbenti, in Italia, sono tassati da ben quarantotto anni, ovvero dal 1973. Una tassazione che iniziò con il 12% ed è finita – con il passare degli anni – all’incredibile 22%.
Il ciclo, carissimi, non è un lusso. Non ci stancheremo mai di dirlo, di ribadirlo, di farvi due balle così, scriverlo, urlarlo, portarlo in giro nelle piazze del paese finché non ve ne renderete conto.
In Europa, come adesso in Italia, la voce delle donne si inizia a far sentire e la situazione per la tassazione degli assorbenti femminili sta lentamente migliorando. A fare i migliori passi in avanti sono state la Francia (dal 20 al 5,5%), il Belgio ( dal 21 al 6%) e al primo posto l’Irlanda che ha deciso, semplicemente, di abolirla. Continuiamo così.
Sveva Di Palma
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