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Ερος, potenza terribile e irresistibile

Nella cultura arcaica e tardo-arcaica, Ερος è una divinità inarrestabile, con le sue frecce colpisce ripetutamente la preda inerme che, senza alcuna via di scampo, si ritroverà immersa nel folle desiderio amoroso. 

Ερος travolge con l’impeto della follia annullando qualsiasi facoltà intellettiva, si impone come forza esterna ma indomabile, tiranneggiando sui mortali senza lasciar loro alcuna via di scampo. 

O forse una via c’è. 

Se il desiderio d’amore non è ricambiato, se l’innamorato viene rifiutato, respinto, allora c’è solo una cosa da fare: gettarsi dalla rupe di Leucade. 

«Dal momento che tu ardi di una passione non ricambiata, Ambracia è la terra che devi raggiungere. Febo, dall’alto guarda il mare per quanto si estende: la gente lo chiama mare di Azio e di Leucade… in quel luogo vige questa legge: raggiungi subito la sommità di Leucade e non aver paura a lanciarti giù dalla rupe» 

Così, Ovidio nelle Eroidi (XV), racconta l’unico modo per liberarsi della follia amorosa.

Abbattere il proprio corpo sugli scogli, il suicidio, suggellerebbe definitivamente la fine della sofferenza oppure, visto in altro modo, il coraggio di rinunciare alla propria vita per sottomettersi totalmente al volere di Ερος, sarebbe poi ricompensato con il legame eterno con la persona amata. 

E sapete chi si gettò proprio da quella rupe? Saffo, poetessa dell’isola di Lesbo, per liberarsi, si dice, dell’amore non corrisposto per il giovane marinaio Faone, o forse per una delle sue allieve del tìaso, chissà. 

Fonte copertina: pandolfini.it

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La Redazione

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