God Save The Tudors
La dinastia Tudor è stata senza alcun dubbio la più significativa di tutta la storia inglese.
I cinque sovrani che si sono succeduti, in poco più di un secolo, hanno cambiato per sempre la vita del loro paese, il quale li ha ripagati rendendo eterno il loro nome.
A partire da Enrico VII, tutti i regnanti Tudor, uomini e donne, hanno dimostrato personalità grintose e vincenti. Ognuno, in modi estremamente differenti dagli altri, ma con la stessa tenacia e risolutezza, ha saputo tenere alto il nome della casata, lasciando un marchio indelebile in Inghilterra e nella sua cultura: questi spiriti forti sono stati magistralmente espressi dalle parole dei più importanti poeti, primo fra tutti William Shakespeare.
Alla fine della Guerre delle due rose, nel 1485 sul trono inglese salì Enrico VII Tudor, che diede inizio alla dinastia. La sua fu una politica di pacificazione, volta a restaurare il paese stremato da anni di conflitti. Per difendersi da ulteriori attacchi stranieri, il re pensò di conquistare la protezione spagnola, facendo sposare il suo primogenito Arturo con Caterina d’Aragona. Arturo però morì prima del tempo e fu suo fratello Enrico ad essere eletto come successore.
Al nome di Enrico VIII è legata la più complessa vicenda politico coniugale del mondo intero: alla scelta di prendere in moglie Caterina, vedova di suo fratello, seguì la nascita della Chiesa di Inghilterra.
Mosso da interessi politici, economici e dalla mancanza di un erede maschio, Enrico chiese al papa Clemente VII l’annullamento del suo matrimonio. Quest’ultimo, per non inimicarsi Carlo V, imperatore e nipote di Caterina, rigettò la richiesta. Il sovrano inglese trovò la soluzione più efficace nella fondazione di una nuova istituzione ecclesiastica, che fosse completamente, in ogni aspetto, sottoposta al suo comando. L’ Act of Supremacy del 1534 nominava Enrico VIII capo supremo della Chiesa d’Inghilterra. Al fianco di Enrico si susseguirono ben cinque ulteriori donne, una delle quali, Jane Seymour, gli diede il tanto atteso erede: Edoardo.
Il piccolo sovrano aveva appena nove anni quando ottenne il trono, per cui il potere fu detenuto da vari tutori. Ma il sogno di Enrico ebbe durata breve: Edoardo VI, di salute cagionevole sin dalla nascita, morì nel 1553 a 15 anni, lasciando il posto nelle mani di Maria, sua sorella maggiore.
La sua scomparsa e la nomina di un sovrano donna proposero per la prima volta, nella mente dei sudditi, il problema della natura del potere: era giusto che a regnare fosse un bambino o una donna? Inoltre, Edoardo era stato un re veramente e profondamente protestante, come la gran parte del paese: l’ascesa al trono di Maria, fervente cattolica, comportò lunghi periodi di lotte intestine.
Non a caso, “Bloody Mary” fu il soprannome che spettò a Maria Tudor, figlia di Enrico e di Caterina, la donna che da molti cattolici era considerata l’unica vera moglie del sovrano. La nuova regina tentò una riconciliazione con la Chiesa di Roma: sposò, infatti, il campione dell’ortodossia cattolica Filippo di Spagna e, soprattutto, ripristinò alcune leggi medievali che autorizzavano la persecuzione degli eretici. Tanti furono gli inglesi costretti a fuggire dal paese a causa della loro professione di fede. La furia distruttiva della sovrana fu interrotta dalla sua morte dopo appena cinque anni di regno.
Maria non aveva figli e l’unica candidata alla successione era l’ultima figlia di Enrico, Elisabetta.
L’ascesa al trono di Elisabetta I si configura fin dall’inizio come una sfida per la giovane regina, che si ritrovò alla guida di una nazione divisa dal punto di vista religioso e che dubitava della sua legittimità: era nata dal matrimonio tra Enrico e la sua seconda moglie, Anna Bolena, la quale finì al patibolo condannata per adulterio e tradimento dallo stesso re. A questo si aggiungeva il suo essere donna, che la esponeva a facili accuse di debolezza sia fisica sia intellettuale.
Elisabetta mise in atto una politica fatta di mediazione e temporeggiamento, soluzioni che adoperò anche nella vita privata. Tanto il popolo quanto il Parlamento aspettavano il matrimonio della sovrana, come un evento naturale e inevitabile. Rifiutando i numerosi e importanti pretendenti che speravano di condividere la corona inglese, Elisabetta si trovò imprigionata nella rappresentazione che lei stessa aveva creato: regina vergine, eterna giovane madre della nazione.
Tante furono le congiure di stampo cattolico che si verificarono durante il corso del regno. Alcune di queste furono organizzate per mettere sul trono Maria Stuart, regina di Scozia. In mancanza di eredi, Elisabetta scelse come suo successore proprio il figlio di sua cugina Maria, Giacomo, dando così fine alla dinastia Tudor.
Maria Paola Buonomo
Vedi anche: Queen Elizabeth, il più triste dei suoi compleanni