Pomegrigio
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Dall’erba fredda e umida sale una brezza che soffia a poco le caviglie.
È un pomegrigio, uno di quei pomeriggi lenti in cui l’aria è carica e il cielo pronto a piangere.
Sotto le chiome folte di alberi altissimi mi inoltro e sosto al centro, ai miei lati un campo di verde infinito viene risucchiato dal blu che si avvicina.
Qui in mezzo si respira meglio, penso, e sarò al riparo dalla pioggia così da fermarmi qualche secondo in più.
Sono solo in tutto il bosco, chi mi accoglie sono questi tronchi secchi e amputati che si fanno compagnia in una strana sequenza ritmica.
Quiete, silenzio, non una voce o un soffio di vento, questa parte di mondo è immobile e adesso solo mia, in questo istante esatto.
Giovanni Allocca
Vedi anche: Da domani