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Scrittura nostalgica

Scrivere altro non è che disegnare, eseguire movimenti piccoli e precisi più e più volte, fino a quando non si riesce a creare un segno riconoscibile, in grado di comunicare.

Con l’esercizio il movimento diventa sempre più fluido e naturale. 

Passiamo i primi quindici anni a scrivere quasi tutti i giorni con carta e penna, a volte per ore. 

La sensazione di dolore e intorpidimento della mano, i tendini stressati, qualche piccolo callo sulle dita ci accompagnano per tutto il liceo, una costante latente, una conseguenza inevitabile, un qualcosa di estremamente familiare. Improvvisamente tutto questo svanisce, poggiamo la penna e la riprendiamo giusto per scrivere qualche lista della spesa o per firmare un documento.

Con gli anni perdiamo allenamento e vediamo la nostra grafia peggiorare sempre più. Ma il disegno… quella è un’altra storia.

Marta Tramontana

Vedi anche: Tanino Liberatore: il disegnatore di Rankxerox in mostra a Benevento

Marta Tramontana

Marta Tramontana si laurea senza pensarci troppo in filosofia, poi improvvisamente cambia strada e inizia a disegnare su qualsiasi superficie. Adora gli animali, non li mangia ma aiuta i suoi gatti a catturare insetti. Nei momenti di sconforto si rifugia ancora nei testi di filosofi antichi.

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