Storie di Napoli riscopre la città con il progetto targhe storiche
Rivalutazione, promozione e divulgazione.
Queste le parole chiave dell’associazione Storie di Napoli, un gruppo indipendente di giovani under-30 mosso dalla passione per il territorio campano e dalla volontà di valorizzarlo, attraverso la riscoperta del suo ricco bagaglio culturale e storico.
Il 20 novembre, presso la simbolica cornice della Certosa di San Martino, Storie di Napoli ha donato al Vomero 20 targhe turistiche che raccontano avvenimenti, aneddoti e curiosità sulle strade, sugli edifici e sui personaggi importanti del quartiere.
Dopo il successo ottenuto lo scorso anno con l’installazione di 25 targhe turistiche nel Borgo Orefici, è stato compiuto un altro passo verso la realizzazione del progetto targhe storiche, con il quale il gruppo trasferisce sul campo il suo impegno già profuso nel digitale.
Il progetto è dedicato ad uno dei massimi esperti di storia napoletana, Gino Doria, direttore del Museo di San Martino per circa venti anni e autore del libro Le strade di Napoli.
Il piano d’azione prevede il posizionamento, in varie località del napoletano, di targhe didascaliche sia in italiano che in inglese, dotate anche della possibilità di accedere ad un’audioguida tramite QR code.
In questo modo, turisti e cittadini vengono guidati alla scoperta della storia locale, estrapolata dai libri e dai racconti popolari e resa immediatamente accessibile a tutti.
L’idea è quella di creare la “prima città parlante” d’Italia, per poi puntare all’intera regione, perché come sostiene Federico Quagliuolo, fondatore e direttore di Storie di Napoli: «Napoli non esiste senza la Campania».
Oltre alla dedizione dell’Associazione, il progetto è stato reso possibile grazie al patrocinio del Comune di Napoli e ai finanziamenti del Sole365, del Rotaract Club Napoli Ovest e al crowfunding. Infatti, come ha affermato l’Amministratore Delegato del Sole365, Michele Apuzzo, per costruire una solida cultura del benessere è «necessario un lavoro sinergico tra i diversi attori e le diverse realtà locali».
Per l’evento, il Refettorio della Certosa si è riempito di autorità e appassionati di storia tesi ad ascoltare le dichiarazioni dei relatori: Federico Quagliuolo; Laura d’Avossa, coordinatrice del progetto; Clementina Cozzolino, presidente della Municipalità V; Marta Ragozzino, direttrice regionale Musei Campania e il sopracitato Michele Apuzzo.
L’itinerario tracciato dalle targhe va dalle più famose attrazioni turistiche del vomerese – la Certosa, Castel Sant’Elmo, Villa Floridiana e il Teatro Diana – a luoghi più trascurati, quali chiese (la Chiesa dei Fiorentini ad esempio), scuole (il Liceo Galilei e il Pansini), strade (via Belvedere, via Cifariello), palazzi (l’ex villa di Adolfo Avena in Via Mattia Preti).
Un’iniziativa fresca e pratica che ha il valore aggiunto di incentivare e di coadiuvare il turismo.
Un’iniziativa encomiabile che dà lustro alla nostra Napoli, troppo spesso vittima di giudizi frettolosi e degradanti.
Un’iniziativa che annienta lo stereotipo della gioventù odierna perdigiorno e disinteressata.
I ragazzi di Storie di Napoli hanno lanciato alla comunità tutta, in special modo ai loro coetanei, due messaggi positivi.
Il primo è che non solo il presente e il futuro, ma anche il passato, sono nelle mani dei giovani. Il secondo è che, come scrisse Cicerone nel De Oratore, la storia è maestra di vita («Historia magistra vitae»).
Dalla storia abbiamo solo da imparare. Essa ci permette di conoscere noi stessi e il mondo, di evitare di ripetere gli errori già commessi (teoricamente) e ci offre paradigmi utili per intervenire concretamente sul presente.
Il nostro patrimonio è uno dei beni più preziosi che abbiamo a disposizione, anche se spesso non ce ne rendiamo conto e tendiamo a darlo per scontato o a considerarlo come qualcosa a noi estraneo. Ma non è affatto così: possediamo un’inestimabile eredità storica che definisce il nostro stesso essere e pertanto va preservata e valorizzata con ogni mezzo.
Per fare ciò è necessario che ci sia una matura consapevolezza alla base e per creare tale consapevolezza bisogna divulgare, appassionare, coinvolgere.
È quello che fa Storie di Napoli con la sua attività ed è il motivo per cui i primi destinatari delle targhe turistiche sono gli abitanti della città, nella speranza che ciascuno possa riscoprire l’arte di amare la propria terra.
Giusy D’Elia
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