Rosa Parks e quel no in nome dei diritti civili
Il 1ºdicembre 1955 Rosa Parks “mettendosi a sedere, si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America”.
Queste le parole di Bill Clinton, quando nel 1999 consegnò a Rosa Parks la medaglia d’oro del Congresso, per avere cambiato la storia dei diritti civili con quel coraggioso “no”.
Nata nel 1913 a Tuskegee in Alabama, Rosa Louise McCauley Parks, lavorava come sarta in un grande magazzino di Montgomery. Insieme al marito Raymond Parks, era attivista nel movimento per i diritti civili.
Nel 1943 fu nominata segretaria della sezione di Montgomery della Naacp, l’Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, alla quale qualche anno più tardi aderirà anche Martin Luther King.
La sera del 1º dicembre 1955, terminato il lavoro, sale sull’autobus 2857 per tornare a casa. Non trovando posti liberi nel settore riservato ai neri, si siede nel settore centrale misto.
Negli autobus i posti erano divisi, sul fondo quelli riservati ai neri, avanti quelli per i bianchi e nella parte centrale erano misti, ma vigeva la regola che i bianchi avevano su quei posti la precedenza, anche se erano occupati.
Durante il tragitto sale un passeggero bianco, che resta in piedi essendo i posti occupati ed il conducente ordina a Rosa Parks di alzarsi e cedere il suo posto, ma lei si rifiuta.
Quel rifiuto ha dato una svolta alla storia, ha scosso le coscienze di molti e infuso coraggio ad una comunità vessata da regole discriminatorie ed opprimenti, ha aperto la strada ai diritti civili.
Arrestata da due agenti chiamati dal conducente dell’autobus, fu portata in carcere con l’accusa di condotta impropria e per aver violato la regola che imponeva di cedere il suo posto. Fu scarcerata diversi giorni dopo grazie al pagamento della cauzione.
In America la segregazione razziale fu abolita nel 1865 con l’entrata in vigore del XIII emendamento della Costituzione, con cui veniva abolita la schiavitù.
Altri due emendamenti furono promulgati, in quel periodo, il XIV, che tutelava i diritti civili degli ex schiavi, consentendo loro di essere partecipi dei diritti costituzionali e della giusta protezione legale ed il XV, in cui si garantiva il diritto di voto per tutti i cittadini, senza discriminazioni in base alla razza, al colore della pelle o se in precedenza schiavi. Questi tre sono noti con il nome di emendamenti della Ricostruzione.
Nel 1876 però gli Stati del sud, impregnati fortemente di razzismo, diedero vita alla grossa ipocrisia del “separati ma uguali”, promulgando le cosiddette Jim Crow laws.
Con queste leggi i neri furono separati dai bianchi e discriminati in ogni aspetto della vita. Erano separati sui mezzi pubblici, nei luoghi pubblici, nelle scuole, utilizzavano bagni diversi. I salari erano notevolmente inferiori rispetto a quelli dei bianchi ed il diritto di voto era loro ostacolato.
Solo nel 1964, quasi cento anni dopo l’entrata in vigore degli emendamenti della Ricostruzione, il Civil Rights Act abolì le Jim Crow laws, ottenendo il pieno diritto di voto e la definitiva eliminazione della segregazione razziale.
Anni dopo la vicenda dell’autobus Rosa Parks affermò: “ Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente. L’unica cosa di cui ero stanca era subire”.
A seguito del suo arresto la comunità afroamericana decise di mettere in atto una tenace protesta non violenta.
Jo Ann Robinson attivista e presidente dell’associazione Women’s Political Council, distribuì volantini per le strade ed i negozi di Montgomery, in cui si chiedeva alla comunità nera di non utilizzare i mezzi pubblici per protesta, il giorno del processo di Rosa Parks.
Martin Luther King ed altri attivisti decisero poi di non limitare la protesta ad un solo giorno, ma di proseguire con il boicottaggio ad oltranza, finché non ci fosse stata una chiara risposta dalle autorità circa l’abolizione della legge che obbligava a cedere il posto ai bianchi sugli autobus.
I tassisti aiutarono abbassando i prezzi delle corse allo stesso costo dei biglietti degli autobus.
381 giorni durò la protesta che si concluse il 26 dicembre 1956, quando il bilancio dell’azienda che gestiva gli autobus della città, andò in netta perdita, senza il guadagno ottenuto dai biglietti comprati dalla comunità nera.
Il caso ebbe una forte risonanza a livello nazionale ed il 13 dicembre 1956 si ottenne un’ulteriore vittoria, infatti la Corte Suprema degli Stati Uniti si espresse chiaramente, dichiarando incostituzionale la segregazione razziale sui mezzi di trasporto.
Martin Luther King dichiarò che la Parks: “rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”.
Rosa Parks per questo suo atto di coraggio, che l’ha resa simbolo per la lotta per i diritti civili, subì minacce e perse il lavoro. Trasferitasi a Detroit, diventó segretaria di John Conyers, esponente del partito democratico e membro del Congresso.
Nel 1987 ha fondato il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development, con il fine di educare le giovani generazioni all’inclusione e al rispetto degli altri.
A 16 anni dalla sua morte, Rosa Parks continua ad essere un esempio, avendo scosso con un semplice no un sistema basato sull’ingiustizia.
Il percorso da lei intrapreso verso l’eliminazione di ogni forma di discriminazione è tutt’oggi in corso, infatti a molti anni di distanza da quegli avvenimenti, abbiamo a che fare ancora con il razzismo sistematico.
Il movimento dei Black Lives Matter testimonia la volontà, di una parte consistente di persone, di evolversi ed eliminare gli atti di violenza, ma indica anche che questa violenza è tristemente ancora presente e bisogna continuare a lottare.
Ricordiamo questa significativa frase di Rosa Parks, da tenere sempre bene a mente: “ Non devi mai avere paura di quello che stai facendo, se quello che stai facendo è giusto”.
Beatrice Gargiulo