“The Act”, messinscena di una madre che ammala sua figlia
The Act è una serie televisiva statunitense creata da Nick Antosca e Michelle Dean, distribuita sulla piattaforma Hulu nel 2019, in cui spiccano le interpretazioni di Patricia Arquette, Joey King, Anna Sophia Robb e Chloë Sevigny.
Basata su eventi realmente accaduti, narra dell’omicidio di Dee Dee Blanchard e dell’agghiacciante storia che si nasconde dietro questo terribile avvenimento.
Il 14 giugno 2015, sull’account Facebook della donna, condiviso con sua figlia Gypsy Rose Blanchard, comparve questo post decisamente inquietante e inusuale, seguito da un altro più violento e angosciante circa lo stupro della ragazza. Quando la polizia, allertata dai conoscenti, fece irruzione nella casa delle due, a Springfield nel Missouri, rinvenì il cadavere martoriato di Dee Dee sul letto, tra le lenzuola gonfie di sangue. Era stata colpita da 17 coltellate. Della figlia Gypsy, però, nessuna traccia, tranne la sua sedia a rotelle lasciata nell’abitazione.
Rintracciato l’indirizzo IP dei post pubblicati su Facebook, le indagini portarono gli agenti a fare irruzione nell’abitazione del giovane Nick Godejohn. Lì trovarono il ragazzo e la sua fidanzata Gypsy. Lui confessò l’omicidio della donna e addirittura sostenne la complicità della fidanzata, colpevole di averlo convinto a compiere il terribile gesto.
Inizialmente il quadro apparve confuso e insensato. Le due erano tutto l’uno per l’altra e Dee Dee era considerata da tutti una donna esemplare che si prendeva cura di una figlia molto malata che non avrebbe potuto sopravvivere senza di lei, e a cui aveva dedicato ogni istante della propria esistenza. Gli interrogatori alla ragazza capovolsero completamente la scena, modificando radicalmente la visione delle cose su una vicenda assurda che non smette di stupire e che ha a che fare con un disturbo mentale chiamato “Sindrome di Munchhausen per procura”.
Questo disturbo colpisce i genitori o i tutori che pur di attirare su di sé le attenzioni e godere della stima degli altri, fanno ammalare coloro di cui si prendono cura o fanno in modo che tutti lo credano.
Dee Dee Blanchard soffriva di questo disturbo e aveva creato un’enorme messa in scena in cui lei appariva come la madre santa e devota che aveva annullato se stessa per stare accanto a sua figlia affetta da tanti disturbi, come la leucemia, la distrofia muscolare, difficoltà respiratorie, ritardo mentale e così via. La donna riusciva a procurarsi medicinali che simulassero i sintomi, abbindolando, con le sue performance di madre informata e apprensiva, medici, infermieri e chiunque mostrasse empatia per le due.
Ed ecco che a Gypsy venivano rasati i capelli, era costretta a stare su una sedia a rotelle senza alcun motivo, a subire operazioni inutili e non le era concesso vivere una vita normale come le bambine della sua età. Perfino questa era falsa e frutto di una bugia dato che al momento dei fatti aveva 23 anni a dispetto dei 19 dichiarati. Sebbene inizialmente fosse soggiogata dall’amore malato di Dee Dee, resa incapace di distinguere giusto e sbagliato, crescendo, cominciano ad espandersi le sue insofferenze rispetto a quel rapporto simbiotico e asfissiante che le precludeva la possibilità di essere come gli altri, di avere amicizie e scoprire i primi amori.
Questo terribile incubo, imprigionata da un sentimento che nulla aveva a che fare con l’amore materno, la portò a navigare in rete di nascosto, e proprio lì, su internet, conobbe il disturbato Nick, ragazzo affetto da seri disturbi mentali, col quale cominciò una relazione anch’essa all’insegna della malattia e che sarebbe culminata nel tragico epilogo.
Gypsy Rose, la ragazza costretta a non crescere mai, è stata condannata a dieci anni di carcere, colpevole di aver incontrato nel corso della sua breve vita due persone disturbate che hanno segnato per sempre il suo cammino.
La serie è un affresco verosimile di quell’incubo angosciante che dimostra la totale finzione messa in atto da Dee Dee, e la conseguente incapacità delle persone di cogliere l’illusione di quel dramma che ha imbrogliato tutti, dimostrando ancora una volta che la mamma non è sempre la mamma.
Maria Cristiana Grimaldi
Vedi anche: Scusami mamma, ma mi sono innamorata di Iacopo Melio!