5 fake news sul Medioevo
Sul Medioevo circolano numerose leggende.
Leggende che attraverso una ricca e fantasiosa produzione letteraria e multimediale sono giunte fino a noi, fornendoci un’immagine distorta di quella che era la realtà.
Sfatiamo alcuni falsi miti sull’età di mezzo!
- I Secoli bui
Partiamo dal luogo comune per eccellenza: il Medioevo è un periodo buio, di cieca ignoranza, superstizione e barbarie.
Si è instaurato un circolo vizioso per cui tale pregiudizio ha fatto da rampa di lancio per altre bufale che, a loro volta, hanno acquisito validità in virtù di esso. In poche parole, data la premessa, non c’è da stupirsi se non si ha una visione propriamente idilliaca di questa epoca.
Fu il Cardinale Baronio, uno dei fondatori della storiografia moderna, ad usare per la prima volta l’espressione denigrante “speculum obscurum”.
I Rinascimentali deploravano il Medioevo essenzialmente per due motivi.
In primis, poiché ritenevano che fosse un’età mezzana (media tempestas, poi medium aevum) – cioè di passaggio – tra la perdita dei valori della cultura classica e la loro riscoperta ad opera degli uomini del XVI secolo.
In secundis, perché la forte religiosità dei medievali non era vista di buon occhio da una civiltà in via di laicizzazione come quella del 1500.
Da allora, anche se a fasi alterne (nell’Ottocento si ebbe una rivalutazione), la cattiva fama del Medioevo fu destinata a tramandarsi nei secoli.
Ma è possibile che circa mille anni di storia siano tutti da buttare? Certo che no!
A dispetto di questa credenza ingiusta e limitante, il Medioevo è stato un periodo di grande fioritura culturale.
Basti pensare alla nascita delle università (la prima a Bologna nel 1088), delle scuole di medicina e di teologia e allo sviluppo della filosofia scolastica, del diritto moderno e dei primi abbozzi di un metodo scientifico. Senza trascurare il fatto che in quest’epoca operarono le tre corone della nostra letteratura: Dante, Petrarca e Boccaccio.
Per di più, l’istruzione di base non era affatto elitaria, al contrario coinvolgeva anche le classi meno abbienti, le quali spesso potevano usufruirne gratuitamente.
- La scarsa igiene
Gira voce che i medievali non fossero campioni d’igiene… prima che un’espressione di disgusto corrughi il vostro volto, sappiate che si tratta di un’esagerazione scatenata dalla interpretazione erronea di alcuni scritti ironici!
Era semplicemente diversa la maniera di detergersi. Si pensava che l’acqua fosse nociva e, pertanto, si adottavano una serie di accorgimenti: riposare e rimanere a letto prima di lavarsi, strofinarsi un panno asciutto sulla pelle e limitare l’uso giornaliero dell’acqua alle parti del corpo più esposte (viso e mani).
Bizzarrie a parte, ci si lavava regolarmente: nei bagni pubblici, nelle sale termali, nei fiumi o, più comunemente, a casa in tinozze riempite con acqua profumata da erbe e fiori.
Anche il problema delle cloache a cielo aperto va ridimensionato: è vero che la maggior parte delle città non era ancora dotata di un sistema fognario al coperto (evidente disagio), così com’è vero però che i rifiuti venivano bruciati o convogliati in complessi di spurgo.
- Re, vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba
A scuola abbiamo imparato a memoria la piramide feudale, come si fa con le tabelline.
Di sicuro è un metodo semplice e pratico per fissare nella mente il funzionamento del sistema feudale… peccato che non sia mai esistito in questa forma! Ci dispiace aver distrutto una delle vostre certezze di vita, ma è ora che sappiate la verità.
Il sistema feudale era di gran lunga più intricato e molto meno schematico.
Un vassallo poteva sottostare alle dipendenze di più signori contemporaneamente e poteva essere lui stesso padrone di un feudo e avere i suoi sottoposti. Un signore feudale poteva acquisire persino più potere del re.
I feudi erano governati tramite una serie di ingarbugliati rapporti di potere e di dipendenza, ai quali si aggiungevano quelli di parentela e di eredità.
Abbiamo ridotto all’osso il feudalesimo medievale e già ci è venuto il mal di testa! Pensate come sarebbe difficile spiegarlo nel dettaglio agli studenti delle scuole. Quindi, via di semplificazioni! I giovani continueranno a crescere nell’illusione delle colorate piramidi illustrate sui libri di storia, per poi forse scoprire la verità da fonti esterne, all’università (o dal nostro articolo).
- Ius primae noctis
A smentire il “diritto della prima notte” è stata la voce autorevole del Professore Alessandro Barbero.
Lo ius primae noctis, secondo la vox populi, autorizzerebbe il signore di un feudo a trascorrere la prima notte di nozze con la novella sposa di un suo suddito.
Se ciò fosse stato vero, si sarebbe parlato di un sopruso inaccettabile. Fortunatamente pare che si tratti di un espediente retorico inventato nel ‘400 per lamentarsi dei secoli precedenti e per fornire un ulteriore pretesto ai malumori dei contadini contro i signorotti.
Il fatto che non ci siano tracce scritte in merito ha portato gli storici a dubitare della veridicità di tale legge.
L’ipotesi più probabile è che i giuristi dell’età moderna abbiano frainteso l’attestazione di una “tassa della prima notte”, il culagium: un escamotage che concedeva sotto pagamento la licenza di consumare il rapporto la prima notte di nozze, contravvenendo al fioretto che imponeva di attendere fino alla terza.
- La repressione sessuale
Un’altra fake news riguarda la presunta demonizzazione del sesso.
Cintura di castità? Ma quando mai, è un falso storico: questa fu inventata nell’Ottocento!
Dai racconti di Barbero viene a galla una situazione addirittura capovolta: nel Medioevo ci sarebbero state una licenziosità di comportamenti e una libertà di linguaggio impensabili nelle epoche successive, finanche in confronto alle nostre.
La letteratura medievale è piena di storie, novelle, barzellette e poemetti incentrati sul sesso in ogni sua forma (omosessualità, ménage à trois, orge, incesti, masturbazione). Il novelliere di Boccaccio è paradigmatico in tal senso.
Il sesso veniva percepito e vissuto come un diritto naturale che interessava in egual misura uomini e donne.
E la Chiesa non aveva nulla da ribattere? Sembrerà paradossale, ma il clero ancora non aveva raggiunto l’apice del bigottismo e della sessuofobia.
In teoria esistevano delle leggi, in pratica non venivano granché considerate.
Fu solo verso la fine del 1400 che le misure si inasprirono, condannando apertamente la sodomia e il sesso non procreativo e vietando a preti e chierici di sposarsi.
Il Medioevo è un periodo storico molto più complesso di quanto siamo portati comunemente a pensare, è formato sia da zone d’ombra sia da zone di luce.
La prossima volta, prima di offendere qualcuno dandogli del medievale, pensateci bene!
Giusy D’Elia
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