5 tipi di sistema scolastico nel mondo
“Il mondo può essere salvato solo dal soffio della scuola” così recita una frase tratta dal Talmud, uno dei testi sacri dell’ebraismo.
Le nuove generazioni devono essere preparate affinché possano affrontare al meglio la vita. Senza scuola non c’è futuro. Attualmente, l’istruzione obbligatoria è considerata un diritto per i cittadini, in molti paesi.
Di seguito, alcuni tipi di sistema scolastico nel mondo.
1. Finlandia
Le indagini condotte negli ultimi anni tra i paesi OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) parlano chiaro: gli studenti finnici sono tra i più preparati al mondo.
L’istruzione prescolare finlandese è facoltativa, diventa obbligatoria dai 7 anni fino ai 16 anni. In questa fase (7-16 anni) gli studenti frequentano una scuola omogena, non suddivisa in indirizzi. Lo studente dovrà scegliere un indirizzo più specializzato solo dopo i 16 anni.
Alla fine della scuola dell’obbligo, l’istruzione secondaria superiore è suddivisa in: liceo (dura tre anni e offre una preparazione utile per l’università) e istruzione e formazione professionale (più specifica per l’inserimento diretto nel mondo lavorativo).
La scuola dell’obbligo finlandese è gratuita. I docenti vengono selezionati con grande severità: solo gli ex studenti con i massimi voti all’università possono accedere a questa professione.
2. Usa
Il sistema scolastico statunitense è, per certi versi, simile a quello italiano. È suddiviso in: scuola dell’infanzia (definita negli USA nursery, per i bambini fino ai 4 anni, e Pre-K, per i bambini di 4-5 anni); scuola elementare (elementary school); scuola media (middle school). L’istruzione secondaria superiore è suddivisa in: high school (14-18 anni) e Boarding School o Prep School (scuole private, spesso frequentate da studenti di famiglie molto ricche).
L’istruzione è obbligatoria fino ai 18 anni, in alcuni stati fino ai 16 anni. È possibile la home education e dopo le superiori si accede o alle università (pubbliche e private) o ai corsi professionali.
La scuola americana, soprattutto quella secondaria superiore, prevede una forte idea di comunità scolastica. Anzitutto, si sta a scuola per gran parte della giornata. Spesso si indossano divise, si segue e si supporta la squadra della scuola, creando un forte senso di appartenenza (il più delle volte).
Generalmente, i professori possono ricevere gli studenti tramite il tutoring. In più, esiste la figura del counselor, una guida che aiuta lo studente nella scelta dei corsi e delle attività extrascolastiche da seguire.
3. India
Il sistema scolastico indiano è molto complesso, anche perché l’India è un sub-continente, con tantissime realtà. In ogni caso, l’India prevede normalmente l’inizio dell’istruzione verso i 3 anni e mezzo, con la scuola materna. Questa è bipartita in: Anganwadi (asili comunali) e English Medium (qui si impara a leggere e a scrivere).
La scuola è obbligatoria fino ai 16 anni, e la partizione scolastica è divisa in 10 classi. Si inizia, appunto, con la scuola materna, proseguendo con la scuola elementare (dai 6 anni ai 10 circa; I-IV classe). A 11 circa gli studenti frequentano la scuola media (V-VII), mentre il “liceo inferiore” (VIII-X classe) prevede materie comuni a tutti.
Il sistema scolastico indiano è selettivo: al termine della decima classe è previsto un esame finale, chi è promosso può accedere alla scuola secondaria superiore. Solo gli alunni con voti più alti, però, possono accedervi. Chi ne è escluso, dovrà ripiegare sulle scuole private (molto costose) oppure ad una scuola ambita da nessuno. Dopo le superiori, gli studenti possono scegliere se frequentare: l’Università (che prevede test di ammissione); gli Istituti Professionali (ITI); il Politecnico.
4. Australia
Il sistema scolastico australiano è simile a quello americano, ma meno costoso. Il rapporto tra studenti e professori è diretto e dinamico, ed è previsto un assistente negli ultimi due anni di scuola superiore, per aiutare gli alunni nella scelta delle materie da seguire e del percorso universitario.
La scuola è una comunità. Ogni scuola ha una divisa, una rappresentanza valida e a fine anno vengono premiati gli alunni meritevoli dal profilo accademico, oppure sportivo, artistico, o che si sono distinti per qualità di leadership, di altruismo e spirito scolastico.
L’istruzione australiana comprende due anni di Preparatory school (scuola materna), ma solo il secondo è obbligatorio. La Primary school dura sei anni, per gli alunni dai 6 ai 12 anni. Anche la Secondary school dura sei anni: al terzo anno gli studenti si concentrano su sei materie, anziché le otto obbligatorie del grado precedente, per permettere a se stessi di assecondare le proprie propensioni.
Per accedere alle università sono necessari alcuni requisiti: voti alti nelle materie attinenti ai corsi scelti per l’indirizzo universitario; il diploma; una buona valutazione nella lingua inglese.
5. Russia
In Russia la scuola materna non è obbligatoria. L’istruzione lo diventa durante la scuola elementare, che dura circa quattro anni e inizia quando i bambini ne hanno circa 7.
Il primo giorno di scuola è una grande festa: l’ingresso nel mondo dell’istruzione è un passaggio importante per i russi. Genitori e bambini si presentano con abiti eleganti e da cerimonia. L’anno scolastico inizia il 1° settembre, detto Giorno del sapere.
L’alunno russo ideale è serio, silenzioso e rispettoso. Già dai primi anni delle elementari, all’entrata del docente (generalmente il maestro è unico per tutte le materie) in classe, i bambini debbono alzarsi in segno di rispetto. Si rivolgono all’insegnante dando del lei, e studiano materie come: lingua russa e letteratura russa, matematica, inglese, scienze, arte e principi di informatica. Le scuole medie (dagli 11 ai 16 anni) sono obbligatorie, mentre quelle superiori sono facoltative. L’Università è, naturalmente, facoltativa.
Una particolarità che fa comprendere il senso della disciplina russa è che non esiste un servizio di scuolabus. Già da bambini, gli studenti russi possono raggiungere la scuola da soli, a piedi o con i mezzi pubblici.
Aurora Scarnera
Vedi anche: La scuola cattolica e la censura: l’Italia che non vuole bene ai suoi figli