L’Intelligenza emotiva, tu sai usarla?
Hai mai sentito parlare di intelligenza emotiva?
Se non sai cos’è, questo è l’articolo giusto!
È importante sapere che la prima definizione ufficiale di Intelligenza Emotiva è stata ritrovata in un famoso articolo pubblicato nel 1990 dagli studiosi Salovey e Mayer in cui viene definita come l’abilità di controllare i sentimenti e le emozioni proprie e quelle degli altri.
Ma cosa s’intende per intelligenza emotiva?
“L’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.”
Il padre dell’intelligenza emotiva fu Daniel Goleman (psicologo statunitense) che scrisse un saggio chiamato L’intelligenza emotiva: che cos’è e perché può renderci felici definendo essa come:
- la capacità di motivare se stessi
- persistere nel proprio obiettivo nonostante le frustrazioni
- controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione
- modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza impedisca di pensare
- essere empatici e sperare
Goleman classifica le cinque caratteristiche-base dell’intelligenza emotiva che ognuno deve codificare interiormente :
- consapevolezza di sé: riconoscere le proprie emozioni e ottenere risultati
- dominio di sé: saper adoperare i propri sentimenti per uno scopo da raggiungere
- motivazione: avere una profonda motivazione interiore
- empatia: immedesimarsi e saper ascoltare gli altri
- abilità sociale: comprendere i movimenti che avvengono tra le persone quando si sta con loro
Il termine Intelligenza Emotiva inizia a diffondersi solo nel 1995-96 e stuzzica la curiosità dei vari psicologi e intellettuali che apportano variazioni e le danno nomi differenti. Infatti l’Intelligenza Emotiva è nota anche come quoziente emozionale (QE o EQ) in inglese Emotional Quotient, quoziente di intelligenza emotiva (QIE) e leadership emotiva (LE)
Nella nostra vita quotidiana saper sfruttare i benefici dell’IE può comportare un grosso vantaggio, in quanto consente di migliorare i propri rapporti sociali, familiari e sentimentali, di percepire la vita in maniera più positiva e di essere in grado di prendere delle decisioni più corrette e avere più autostima con un alto livello di benessere psicologico come anche lo stesso psicologo John D. Mayer ha voluto sottolineare.
In ambito lavorativo e scolastico sfruttare al meglio questo potenziale aumenterà il rendimento.
Naturalmente è bene sapere che svilupparla potrebbe essere complicato e che non bisogna mai confondere l’IE con la manipolazione e avere la presunzione di comandare gli altri. Questo porterebbe all’esatto opposto di quello che si può raggiungere con l’IE e cioè felicità, autocontrollo, calma e atteggiamento di sicurezza in se stessi.
Ancora oggi i dibattiti sull’esistenza dell’intelligenza emotiva e i suoi test per individuarla sono causa di diatribe tra psicologi e non, in quanto alcuni ritengono che non esiste ed altri invece che sia un modo per prendere in mano la propria vita ed avere la gestione ed il pieno possesso delle proprie emozioni.
Ada di Domenico
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