Marabecca ci tenga lontani dai pozzi
Il folclore ci insegna in maniera più o meno diretta come comportarci in buona parte della quotidianità.
Non si tratta solo di non aprire l’ombrello in casa, di non poggiare la borsa sul letto o di incolpare il munaciello quando non si trova qualche oggetto; ma anche di vere e proprie ancore di salvataggio.
Nel folclore siciliano, ad esempio, per tenere i bambini lontani dalle cisterne o dai pozzi d’acqua che si potevano trovare nei cortili delle case rurali, si usava riferirsi alla figura di Marabecca.
Si tratta di una strega anfibia, una sorta di janara beneventana, avvolta in un’aura di tetro mistero, che vive proprio nei pozzi e che come molti non vuole essere disturbata.
Marabecca, il cui nome avrebbe derivazioni addirittura bibliche, ha terrorizzato generazioni di bambini ai quali era severamente vietato avvicinarsi ai pozzi.
Era caldamente sconsigliato sporgersi per curiosare o tentare di intravederla, dato che la strega era solita trascinare giù a fondo chiunque osasse importunarla, fino a farlo sparire nel nulla.
Senza dubbio la strega cattiva e solitaria ha salvaguardato l’incolumità di molte generazioni.
Questa figura oscura che si aggira di notte per la città, ha la caratteristica di “essere” senza esistere agli occhi del resto mondo e lo sventurato che si imbatte nell’incontro corre il rischio di diventare nulla, come lei, dunque di essere quasi polverizzato.
Quindi altro che pozzi, c’è da attenersi proprio agli orari di Cenerentola e non farsi trovare in giro dopo una certa ora.
Se volessimo attualizzare il timore per l’incontro della Marabecca, potremmo definirlo non solo come la paura dei pozzi, del precipitare o dell’annegare; piuttosto come la paura di ciò che non vediamo, dell’indefinito o di ciò che la nostra mente non riesce a discernere.
E tu di quali pozzi hai paura?
Alessandra De Paola
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