Michela Scanu vince il Contest: la sua poesia “trecentesca” ha fatto colpo
Il nostro Contest Natalizio 2022 ha dato la possibilità di eleggere due vincitori.
Una di queste è Michela Scanu, una ragazza di 24 anni a dir poco geniale.
Andiamo a conoscerla insieme!
Per cominciare ti chiederei. Scrivi poesie da molto o è la prima volta? Raccontaci il tuo approccio al mondo poetico.
«Sicuramente l’avete letta e si vede che non è la prima.
Tenendo conto che provengo da un liceo classico, scrivevamo cose del genere per divertimento. C’erano persone molto più brave di me che riuscivano a scrivere perfino in distico elegiaco. Quindi vengo da un ambiente formato in questa maniera.
No, non è la mia prima poesia. Al liceo ho provato a scrivere proprio in terzine dantesche, non so se hai presente».
Si, certo. Ho notato infatti la lingua in cui scrivi che non è proprio italiano “contemporaneo”. Perché questa scelta?
«È una scelta che ho fatto per la semplicità. Mettersi all’interno di uno scherma significa anche avere una sorta di linee guida, invece di scrivere in verso libero, che secondo me è veramente complicato.
Per esempio una poesia di Leopardi non aveva regole, ovviamente lui scriveva certi testi da far impallidire qualunque altro poeta. Non puoi metterti a confronto con uno che non ha uno schema e che è già bravissimo.
Quando scrivi una poesia in verso libero, se non sai ciò che fai, rischi di andare a capo senza senso scrivendo un pensiero semplice. Se sei in uno schema devi attenerti a regole rigide e questo porta, alla fine, ad un lavoro che, anche se non eccelso, risulta migliore di un verso libero.
È stata una scelta basata sulla facilità, altre persone ritengono sia più difficile scrivere all’interno di uno schema fisso».
Anche le parole che usi sono particolari, come “spirto”. A cosa è dovuta la scelta di questi termini così elevati?
«Si, io sono molto legata a Dante, da sempre. Il suo linguaggio mi è molto più vicino perché mi riesce semplice utilizzarlo».
Entriamo più nello specifico dell’intervista: la parte che riguarda la tua poesia che ha vinto. Per quale motivo hai scelto il tema dell’arte tra quelli proposti?
«Studio archeologia e Storia dell’arte e sono attualmente alla magistrale, quindi mi sento abbastanza legata all’arte in tutte le sue forme. Nonostante io sia più vicina a quella antica, per i miei studi, questo non mi allontana dal resto dell’arte.
Mi sento più lontana alla contemporanea, tendo a non capirla bene. L’arte Rinascimentale e Barocca mi appassiona maggiormente. Ho preferito perciò questo tema piuttosto che uno prettamente religioso».
Puoi raccontarci la relazione tra l’immagine scelta e la tua poesia?
«Ho provato ad unire il tema dell’arte inteso, da una parte come tecnica, quindi nella sua etimologia greca come “saper fare”, “saper realizzare qualcosa” e, dall’altra, arte come ciò che è bello, di valido pregio per noi.
Ho cercato di legare questo all’immagine del cuore, tema dell’amore romantico, iniziando proprio da qui, con questo sentimento che prima di arrivare al cuore passa per gli occhi, tipico della poesia stilnovista di Dante. Per arrivare all’artista che, attraverso la tecnica, trasforma l’amore in ciò che noi poi definiamo il “pezzo di pregio”, l’arte intesa in quanto tale».
Grazie per aver accettato l’intervista e in bocca al lupo.
«Grazie a voi».
Ci auguriamo che lei continui a scrivere queste meravigliose poesie avendo come modello il mito indiscusso: Dante Alighieri.
Martina Maiorano
Copertina dal profilo IG de La Testata – Testa l’informazione
Vedi anche: Magnum X Dante