Nel Blue Monday dipinto di blu
BuongiorNO e benvenuti in questo lunedì triste.
Se non vi sentiti abbastanza tristi, siate gentili e lasciate esprimere liberamente chi avverte tutto il peso dei dispiaceri sulle proprie spalle, perché oggi più che mai è legittimato a portare il muso lungo.
Ebbene, oggi 17 gennaio 2022, è la giornata più triste e blu dell’anno individuata dallo psicologo dell’Università di Cardiff Cliff Arnall attraverso una disequazione che considera l’abbondare delle prenotazioni di viaggi da parte di persone che si sentono tristi.
Il Blue Monday si individua nel terzo lunedì di gennaio, come se poi tutti gli altri lunedì dell’anno fossero rose e fiori; ma non facciamoci leggere da quelli che iniziano la giornata ed in particolare la settimana sempre con il piede giusto e senza mai macchiarsi il pigiama con il caffè.
E nonostante il calcolo sia stato ampiamente criticato e a tratti deriso, poiché mancante di un collante fondamentale, o meglio un’unità di misura comune, come il fatto che i dati non possano essere validi per tutti gli esseri umani, immergiamoci con animo e coraggio in questo lunedì.
Qualche motivo per essere tristi?
La realizzazione che le feste natalizie sono terminate e che per mesi non ci sarà altra giornata festiva o un raggio di sole caldo o ancora il ritorno al lavoro.
Per non parlare di quella serie di castelli mentali che ci siamo costruiti come se fossimo dei piccoli Renzo Piano, tutti fatti di buoni propositi e diete equilibrate in cui ci siamo costretti come il Minotauro in Labirinto, pur di seguire una routine che ci sembri in linea coi tempi. Non trovando però alcun filo di Arianna da seguire per fuggire nel caso in cui ci dovessimo sentir mancare l’aria.
E mentre le campagne di marketing abusano della giornata più triste dell’anno e giocano con i sensi di colpa e la necessità di evasione, fioccano le proposte di vacanze-lampo o giornate alla spa, seguite da altri rimedi alla tristezza, sempre strizzando un occhio al portafogli che magari sta ancora piangendo per i regali di Natale appena scartati.
In tutto questa pioggia di rimedi che a volte son peggio del male stesso, noi indaghiamo sul perché per indicare un giorno così demotivante utilizziamo proprio il blu.
Considerato unicamente questo colore non ci fa neanche disperare troppo, richiama le sfumature del cielo, del mare, del gelato Pitufo spagnolo, della spiritualità e di tante altre cose che potrebbero renderci in realtà allegri scartando volutamente dalla lista il Principe Azzurro che potrebbe essere portatore sano di sòla.
Immediatamente la nostra mente richiama l’immagine della paffuta e lamentosa Tristezza di Inside Out, tutta blu, dai capelli ai piedi ed avvolta nel suo maglioncino che lascia intendere qualche brivido di tanto in tanto e fortifica nell’immaginario collettivo il binomio blu: tristezza.
Mentre in Italia si lega al colore nero tutta la tradizione di tristezza o di lutto, dalla altre culture ci giunge notizia del blue come rappresentazione dei sintomi depressivi.
Ne riscontriamo qualche esempio già a partire dalla presenza nel poema The Compleint of Mars di Geoffrey Chaucer, che fa chiaramente riferimento ad un’associazione tra il blu, le lacrime e il cuore tormentato: “[…] with tears of blue and a wounded heart”, o anche al “feeling blue” inglese.
Buona parte del mondo sembra contribuire al rafforzamento di questa idea di melanconia tutta blu, ma per fortuna c’è anche il rovescio della medaglia, in cui si legge chiaramente che il lunedì può essere identificato spesso come il “dì di festa” ad esempio in Germania o ancora che di contro si possa individuare anche uno dei giorni più felici dell’anno, il quale cadrebbe in giugno, complici i primi caldi raggi del sole e la possibilità di confronto con gli altri che risulta ampliata.
Non ci resta che guardare dentro noi stessi e scoprire se abbiamo realmente bisogno di intrappolarci in una giornata di mestizia, o guardare il bicchiere mezzo pieno e goderci il sole anche a gennaio!
Alessandra De Paola
Vedi anche: I disturbi della personalità