Per Antonio Morione, per Maurizio Cerrato, schieriamoci
Era il 23 dicembre, il giorno dell’antivigilia di Natale, quando Antonio Morione è stato assassinato durante una rapina alla sua pescheria.
Quando i rapinatori hanno puntato la pistola al volto di sua figlia e di sua nuora, Antonio Morione ha reagito, squarciando con un coltello la gomma dell’auto dei rapinatori, e questa azione gli è costata la vita.
Antonio Morione si è schierato.
Solo otto mesi prima, a Torre Annunziata, Maurizio Cerrato veniva accoltellato per aver protestato per un posto auto che era occupato abusivamente con delle sedie. Stava difendendo il diritto di sua figlia a parcheggiare in un posto pubblico.
Anche Maurizio Cerrato si è schierato.
Storie come queste, storie di vittime innocenti della camorra e della criminalità, se hanno ancora la forza di commuoverci, non hanno più quella di sorprenderci. Accadono così spesso, nel nostro territorio, che fa paura solo pensarci, e la frequenza con cui si verificano è indice di un problema che è ancora lontano dall’essere risolto.
La camorra opera così sul nostro territorio: si appropria di spazi comuni, impone le sue regole ai commercianti e ai cittadini, minaccia, si nutre e cresce grazie alla paura che riesce a incutere e al silenzio che questa stessa paura genera. Ci illudiamo che sia isolata in spazi ristretti di degrado e la maggior parte del tempo riusciamo a fingere che non esista. Ma non è così, e dovremmo prenderne coscienza.
Antonio Morione e Maurizio Cerrato sono morti perché quando si sono schierati, erano soli. Ognuno di noi può fare qualcosa affinché questo non succeda più.
In seguito all’omicidio di Antonio Morione, presso i locali dell’associazione “La Stazione”, si sono riunite molte delle realtà del territorio e hanno aderito al Comitato di liberazione dalla camorra – Area Sud, che comprende Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Le richieste del comitato sono chiare e tutte finalizzate a rendere il territorio più sicuro e a combattere la criminalità.
E non è l’unica realtà che si sta muovendo in questa direzione. Lo scorso novembre è nato, nella chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano, il Comitato di liberazione contro la camorra – Area Nord di Napoli.
Questi comitati permettono di unire le forze per affrontare, insieme alle istituzioni, i problemi presenti sui territori. Rimanere in silenzio di fronte a certe ingiustizie, aspettando che sia qualcun altro a occuparsene, non farà mai cambiare la situazione. Uno degli obiettivi principali dei comitati è quello di organizzare delle iniziative per sensibilizzare alla mobilitazione e alla denuncia, affinché si capisca quanto sia importante non restare nell’omertà, quanto sia importante schierarsi, perché quella di restarne fuori non è altro che un’illusione.
Se sei campano, fai parte della battaglia, volente o nolente. Scegliere di non parlare, di non partecipare e di non combattere è già schierarsi. Ed è schierarsi contro sé stessi, contro i propri familiari e contro la propria terra.
È schierarsi contro Antonio Morione e Maurizio Cerrato. È schierarsi contro la speranza che qualcosa possa davvero cambiare, che certe tragedie possano non ripetersi mai più.
Nadia Rosato
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