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Ambarabà ciccì coccò tre civette ingiustamente sessualizzate

Chi di noi non conosce la filastrocca Ambarabà ciccì coccò?
E perché la conosciamo?
A che ci serve?

Serve a confonderci, ecco a cosa ci serve.

Abbiamo condotto le nostre vite immaginando queste civettuole creature sedurre la progenie di un professionista appollaiandosi su di un comodino e intraprendendo un rapporto carnale con la fanciulla suddetta contro ogni legge meccanica. Ma, soffermandoci sulle parole, ci sono molte domande da porci al riguardo. Anche la donna era posizionata sul mobile in questione? Ma di che comò si trattava? Ma quanto era grande? Ma perché?

Ambarabaccicciccoccò l’abbiamo ripetuta per anni, per decenni. Vive senza pagare l’affitto nelle nostre menti.
Non ci ricordiamo cosa abbiamo mangiato a pranzo, la terza declinazione latina, l’argomento che ci chiede il professore all’esame e che abbiamo ripetuto il giorno prima, ma Ambarabà ciccì coccò non la scorderemmo manco se ci bruciassimo i neuroni.

«Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore;
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!»

La stavate sentendo tutti sin dall’inizio nella vostra testa?
Ovviamente.
Ma la sentivate male.

Ebbene, si è diffusa l’informazione che in realtà questi animaletti non siano poi a luci rosse. Esiste, infatti, una versione corretta della cantilena che si distacca da quella così nota e tramandata. E quest’ultima, molto più ripulita, corrisponde infatti a: 

«Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano timore
alla figlia del dottore;
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!»

Secondo quanto diffuso, quindi, i tre pennuti sono stati definiti per un lasso di tempo non identificabile come dei predatori sessuali, pronti a circuire una donzella, ma ciò è avvenuto senza alcun fondamento.
In realtà, volenti o nolenti, le tre civette hanno solo, semplicemente, rischiato di spaventare la ragazza a morte.

La storia prende perciò una piega diversa, meno macabra e più horror, meno assurda e più concepibile.
Ciononostante, il povero medico si sente male lo stesso, ma almeno non perché la figlia potrebbe partorire un ibrido tra un essere umano ed Edvige.

Esistono, intanto, ulteriori varianti dell’Ambarabà ciccì coccò situation, vale a dire:

«Ambarabà ciccì coccò
tre civette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore.
Ma la mamma le chiamò…
ambarabà ciccì coccò.»

«Ambarabà ciccì coccò
tre galline sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore;
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!»

«Ambarabà ciccì coccò
tre scimmiette sul comò
che facevano l’amore
con la figlia del dottore;
il dottore si ammalò
ambarabà ciccì coccò!»

Giovanna Iengo
Immagine copertina ideata dalla redattrice

Vedi anche: Nan Goldin in The Ballad of Sexual Dependency: cronaca di una gioventù bruciata

Giovanna Iengo

Giovanna Iengo, appassionata di serialità televisiva statunitense e di streamer globalizzati. Si affaccia all'intersezionalità nei panni di alleata e prova a scoprire il mondo, tra un approfondimento e un po' di attualità.
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