Bridgerton two, oltre il cucchiaino c’è di più
Il 25 marzo è finalmente tornata su Netflix la serie originale firmata da Shonda Rhimes, la mamma di Grey’s Anatomy, Inventing Anna, Scandal, Le regole del delitto perfetto e altre mille serie che ci hanno rubato anni di vita, e che abbiamo pure ringraziato per averlo fatto.
Bridgerton è la trasposizione televisiva dei romanzi best-seller di Julia Quinn sull’omonima famiglia. Ogni volume si focalizza su un fratello o una sorella diverso.
Il primo ha visto al centro della narrazione l’adorabile Daphne. E i fan si sono innamorati del Duca di Hastings, il partner della fanciulla, aiutati dal carisma e dall’aspetto fisico dell’interprete Regé Jean Page. Il personaggio, però, nella season 2 avrebbe avuto davvero poco spazio e l’attore, sulla cresta dell’onda grazie a questo ruolo, ha deciso di dire addio a Simon e di non tornare a vestire i suoi panni.
Gli spettatori non hanno accolto bene la scelta e hanno dubitato della riuscita dei nuovi episodi, senza una presenza così catalizzante.
Il ritorno della serie riesce però a dimostrare che la presa sul pubblico non era data soltanto da un cucchiaino leccato e da sessioni copulative stile conigli, dalla durata deludente. Simon non era indubbiamente solo questo, era anche attenzione al piacere femminile, un passato particolare e molto altro.
Ma la serie ha tanto da offrire oltre ciò.
Stavolta la figura maschile di riferimento, nonché protagonista della vicenda, è il visconte Anthony.
L’uomo, che nella season 1 non era poi tutto questo Carnevale di Rio, viene tridimensionalizzato e presentato come una persona dalle grandi responsabilità, con uno shock alle spalle che lo ha reso tutto d’un pezzo, ma chiuso sotto l’aspetto relazionale per questioni profondamente altruistiche.
Si trova adesso invischiato in un triangolo, che ripropone l’annosa questione: mente o cuore?
Le ragazze in lizza sono due sorelle, unite da un amore viscerale e da caratteristiche apparentemente diverse. Da un lato Edwina, l’emblema della perfezione. Dolce, innocente e colta, è dotata di un cuore puro e di modi eleganti. Dall’altro Kate, acculturata e per bene allo stesso modo, ma sfacciata, irriverente e anticonformista.
La storyline amorosa della stagione è ricca di un angst (tensione tra i personaggi) che fa accrescere l’interesse attorno alla coppia non coppia. A differenza della storia tra Daphne e Simon, qui per la maggior parte del tempo non c’è un’ufficializzazione o un matrimonio, per cui scene affettive e sessuali sono concesse col contagocce. E forse anche per questo i momenti tra i due sono ancor più ricchi di pathos e chimica tagliente, poiché non del tutto esteriorizzata.
Perciò anche stavolta l’attenzione del pubblico viene catturata dai due innamorati, proprio come successo nella prima stagione.
In quanto romance, la serie non può puntare su trame mai viste prima o su risvolti inaspettati. Le storie d’amore sono storie d’amore, non sono originali, non sono una novità. Ma, se il prodotto è ben fatto, scene già telefonate riescono a diventare catalizzanti, a coinvolgere il pubblico e a intrattenerlo davvero largamente. E Bridgerton è in grado di farlo.
Il successo della serie è dato infatti da una troupe di livello, da un cast capace e da una trama alle spalle già collaudata.
Bridgerton unisce a love story avvincenti delle location vivide e colorate quanto il tenore dello show. E mette il carico. Nel farlo non risparmia di donare tantissime altre sottotrame, concatenate tra i fratelli Bridgerton, la famiglia Featherington e l’intera corte.
Sebbene sia il momento di Anthony, Kate ed Edwina, è anche la stagione del debutto in società di Eloise che scopre di avere un cuore capace di pulsare per un uomo. Ma è anche un anno della vita di Benedict, che approfondisce le sue passioni e ci fa conoscere la sua ironia. E al contempo di Colin, tornato da un viaggio emozionante e ancora in hype per quest’ultimo. E dei piccoli di casa Francesca, Gregory e Hyacinth.
C’è un numero enorme di personaggi e di storie da analizzare, aiutati dalla gossippara della società, Lady Whistledown, una figura non più così misteriosa per tutti.
Ciò non frena la crew dal focalizzarsi anche sull’aspetto politico dell’epoca, tra ingiustizie, disuguaglianze, femminismo e diritti.
La forza di Bridgerton è nella varietà e nella capacità di dosare tempi e spazi in modo da dare il giusto tono e peso a ogni elemento di questo coloratissimo mondo.
E avrà ancora modo per farlo. La serie è stata infatti già rinnovata fino alla quarta stagione.
Giovanna Iengo
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