Corri ragazzo laggiù! Spyridon Louis, il primo maratoneta a vincere le Olimpiadi
È il 10 aprile 1896: le Olimpiadi sono da poco ritornate in auge dopo anni fatti di divieti, e l’atletica leggera vede l’introdursi di una nuova disciplina, la maratona.
Maratona che vede la partecipazione di ben diciassette atleti, molti dei quali sono stati scelti tra le forze armate tra cui possiamo trovarvi il pastore greco Spyridon Louis.
Ultimo figlio di cinque, Spyridon Louis faceva parte di una famiglia di contadini; il padre provvedeva alla vendita dei suoi prodotti ad Atene una volta alla settimana, mentre Spyridon si dedicava a trasportare acqua dalla campagna alla città, percorrendo circa 30 km al giorno.
Di certo la sua abitudine a camminare così tanto gli fu di grande aiuto per la maratona alla quale prese parte il 25 marzo 1896, giorno dedicato alle qualifiche dove terminò diciassettesimo con il tempo di 3h18’25”.
Anche se la giuria decise di prendere in considerazione solo i primi sedici qualificati per poterli iscrivere ai Giochi, il sindaco di Atene – il colonnello, dal nome per me impronunciabile, Papadiamantopoulos – fece pressioni affinché Louis partecipasse in quanto già lo conosceva per essere stato un suo soldato.
Una volta che la richiesta del colonnello fu accettata, Spyridon Louis riuscì a vincere le finali della maratona con il tempo di 2h58’50”, diventando un vero e proprio eroe per la Grecia, in particolar modo per il suo villaggio – il Maroussi.
La sua fama fu così elevata che i 1500 abitanti del villaggio, nonostante la povertà, gli offrirono ogni sorta di regalo in natura ma accettò solo due doni: un cavallo ed un carretto, affinché riuscisse a continuare la sua attività di portatore d’acqua con meno fatica.
Nel 1927 la moglie Eleni morì, ritrovandosi solo e in miseria; il sindaco di Maroussi gli offrì un posto come usciere, ma nel 1937 lo licenziò a causa dei fondi comunali che scarseggiavano.
Successivamente il ministro dell’Interno gli fece ottenere un sussidio, come se fosse una pensione per i servizi resi alla Grecia.
Al termine della sua lunga carriera, nel 1936 il comitato organizzatore dei Giochi Olimpici lo invitò a Berlino, dove ricoprì il ruolo di uno dei tedofori della fiamma olimpica.
Ma non solo: per l’occasione, salì sulla tribuna d’onore per offrire a Hitler una corona di lauro proveniente da Olimpia.
Irene Ippolito
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