Le parole sbagliate hanno lame affilate
Dita sporche di sangue digitano odio da una tastiera.
Non curanti mietono vittime e plasmano le menti più malleabili.
Le schiene si spezzano sotto i colpi delle parole mascherate da verità assoluta.
Ma in fondo sono solo un’enorme bugia.
Spesso usata a sproposito e senza il minimo buon senso è la tastiera. Diventa portavoce di idee che, il più delle volte, sarebbero da tenere sotto chiave in un angolino della mente.
Diventa il mezzo che permette di diffondere concetti e notizie fuorvianti e, annessa al mondo dei social, è capace di evolversi in un’arma letale.
E quello dei social, un mondo dove ognuno può dire ciò che vuole: qui le parole perdono peso e diventano condivisibili da altre mille teste. Il falso è spacciato per vero e gli insulti sono visti come un modo per impartire insegnamenti.
Ma queste parole hanno lame affilate. Fanno male. E qui che si genera la paura, figlia delle parole sbagliate.
E tante altre dita lasciano loro spiccare il volo. Fin quando avvistata la preda, calano a picco per colpirla. Alcune sembrano non aver accusato il colpo. Ma qualcun’altra cade al suolo stramazzata.
“La tastiera è un’arma”, ce lo ricordano Marco Mengoni e Filippo Scotti in un profondo discorso portato sul palco di Sanremo 2022.
Bisogna essere gentili. Bisogna sempre verificare la fonte di una notizia, accertandosi che il suo scopo non sia di natura allarmistica e fasulla.
Le parole sono armi e nell’ultimo periodo ha già fatto molte vittime.
Didascalia e illustrazione di Enza Galiano
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