La Basilica della Pietrasanta a Napoli e i suoi antichi segreti
Nel cuore della città, in epoca romana, sorgevano un tempio dedicato a Diana, la dea delle selve, e il primo acquedotto della città
Che Napoli sia una città dalle mille sfaccettature è cosa nota.
E la sua conformazione morfologica rispecchia questa attitudine caotica e multiforme.
Nel corso dei secoli, infatti, la città si è rinnovata attraverso delle stratificazioni. Dunque è possibile scoprire le varie Napoli sotto Napoli, addentrandosi nel sottosuolo.
Oltre all’arcinota Napoli Sotterranea esiste la possibilità di visitare questi mondi nascosti attraverso degli accessi turistici più o meno conosciuti: uno di questi è la Basilica della Pietrasanta, situata al decumano maggiore in centro storico.
In epoca romana, al posto dell’attuale basilica in via Tribunali, sorgeva un tempio dedicato a Diana, la dea della luna e della caccia adorata dai romani. Contestualmente al tempio, i romani costruirono il primo acquedotto della città che nel presente è possibile riscoprire visitando il Museo dell’acqua e intraprendendo un viaggio nel passato, inoltrandosi a 35 metri di profondità.
Il percorso di circa un chilometro, si snoda in una serie di ambienti maggiori piuttosto ampi e alcuni corridoi angusti.
Questi spazi furono utilizzati negli anni della seconda guerra mondiale come rifugio antiaereo, dando vita a una vera e propria città sotto la città, in cui le persone erano costrette a convivere a stretto contatto.
Abitudini e vizi trovarono stanza nei resti dell’antico acquedotto dove alcune famiglie, particolarmente indigenti, tentarono di rimanere in pianta stabile anche dopo la fine della guerra.
Il disperato proposito fu fortunatamente scongiurato, a causa delle pessime condizioni igieniche e della terribile umidità del luogo.
Nel presente, il percorso turistico consente di fare una vera e propria escursione nelle varie epoche. Attraverso il sottosuolo, ci si aggira nella storia: del vecchio acquedotto, costruito in epoca romana e ampliato in epoca greca, è possibile riconoscere il periodo di costruzione dalle forme dei pozzi, guardando dal basso verso l’alto.
I condotti che hanno forma quadrata sono del periodo greco e quelli di forma circolare del periodo romano.
Ma l’acquedotto è stato usato per secoli, e in tempi molto più recenti, ha dato origine al famoso mito del Monaciello.
Il famoso spirito che fa dispetti e favori nelle case dei napoletani, avrebbe origine proprio nel cuore della città e nascerebbe dalla figura dei pozzari che lavoravano per portare l’acqua nelle case delle persone.
Questi si arrampicavano su e giù nei cunicoli, utilizzando numerose lucerne poste su delle scanalature che tutt’ora sono visibili sulle pareti dell’acquedotto, per rifornire le famiglie di acqua.
Avendo accesso agli appartamenti, capitava che questi temerari lavoratori, ne approfittassero per impossessarsi di denaro ed altri beni.
Non a caso lo spiritello viene descritto come piccolo, basso e di corporatura esile: erano queste le caratteristiche fisiche necessarie per potersi infilare nei disagevoli cunicoli che conducevano all’acquedotto sotterraneo.
Tra i segreti celati sottoterra, c’è posto anche per l’arte del presente; il percorso turistico del Museo dell’acqua, accoglie opere d’arte contemporanea suggestive e scelte in maniera sapiente.
Tra tutte spicca un’installazione di Vincenzo Capalbo che riproduce sul soffitto di uno degli ambienti sotterranei, un cielo stellato con al centro un’enorme luna piena.
Esplicito il riferimento alle radici più antiche del luogo, legate alla dea Diana, a cui si rivolgevano con devozione le signore della Napoli di altri tempi.
Secondo alcune teorie, il mito della Janara giungerebbe proprio da qui, dalle donne che scelsero di diventare Sacerdotesse di Diana (Dianare), poi associate alla stregoneria.
In epoca Paleocristiana, le sacerdotesse di Diana sarebbero state condannate per eresia e il vescovo Pomponio, a seguito di un sogno in cui gli apparve la Vergine Maria, decise di trasformare il tempio in una basilica cristiana dedicata alla Madonna; la prima della città.
Edificata attorno al 500 d.C., la Basilica di S. Maria Maggiore in Pietrasanta, ha mantenuto il proprio orientamento originario rivolto verso il mondo spirituale femminile, attraverso la conversione del culto di Diana in quello della Madre di Dio.
Il passaggio è stato da Madonna pagana a Madonna cristiana, ma le due figure hanno rappresentato nell’immaginario collettivo, due facce della medesima medaglia.
Sara Picardi
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