Lady Tourette, uno spettacolo sui generis che lascia il segno
Lo scorso 8 aprile abbiamo assistito al debutto napoletano di Lady Tourette al Teatro Bolivar di Materdei.
Dopo le intriganti anticipazioni non potevamo di certo mancare.
Lady Tourette è andato ben oltre le aspettative, mandando in visibilio la platea che non riusciva a contenere gli applausi.
Lady Tourette è uno spettacolo vivace, travolgente, emozionante e istruttivo. È la sintesi perfetta del motto oraziano miscere utile dulci: mescolare l’utile al dilettevole, ovvero “ammaestrare dilettando”.
La sindrome di Tourette è ancora vista e vissuta come un tabù. Per questo si è reso urgente avviare una campagna di sensibilizzazione e di informazione. Ma come si affronta un argomento così delicato senza incorrere in equivoci o scadere nella banalità? Come si mette in scena un disturbo neuropsicologico, coniugando divulgazione scientifica e intrattenimento?
Non è una questione facile da sbrogliare, eppure la compagnia BisLuck è riuscita a superare gli ostacoli, realizzando un prodotto artistico brillante che racconta la sindrome con sensibilità e ironia.
Non ci sono altri aggettivi più azzeccati se non “geniale” per descrivere Noemi Giulia Fabiano, autrice e regista di Lady Tourette.
La Fabiano, nonostante la giovane età, possiede una creatività straordinaria che erompe sul palcoscenico con estrema originalità.
Lady Tourette è impeccabile in ogni sua singola parte. È una sorta di Gesamtkunstwerk wagneriana (opera d’arte totale) nella quale si fondono armonicamente forme espressive diverse.
Nello spettacolo, infatti, alle parti recitative si alterano performance di canto, musica, danza e mimo. È la Tourette che esplode in un caleidoscopio di arti ed emozioni, trascinando con sé il pubblico, il cui interesse è mantenuto costantemente vivo.
Riepiloghiamo la trama:
«Quando hai sedici anni e da dieci convivi con la Tourette la vita assume forme e colori decisamente fuori dal comune.
Così Mike, studente, innamorato del pianoforte avverte il mondo in cui vive un “tanti nello” distante da come vorrebbe, dal momento che la sua sindrome si diverte a complicargli le cose molto più di quanto non faccia già l’adolescenza.
Una notte, dopo un infelice insuccesso amoroso, Mike si ritroverà a fare i conti con il sonno, la propria indigestione e soprattutto con l’immensa, invadente, dinamica Lady Tourette, composta da ben quattro attrici.
Umano vs sindrome.
Avranno un bel po’ da dirsi e il modo migliore per farlo sarà intraprendere un viaggio insieme.»
Lady Tourette restituisce sul palcoscenico uno spaccato realistico di vita quotidiana – ispirato al preliminare lavoro di raccolta di materiale e di testimonianze compiuto da BisLuck – che scivola nella fiaba per poi sfociare nella divulgazione storico-scientifica. Gli oggetti si animano per impersonare stravaganti personaggi, la Tourette assume consistenza corporea e i suoi molteplici aspetti si ripartiscono su quattro figure femminili.
La Tourette esce allo scoperto per giungere in soccorso del suo Mike, o meglio del “loro” Mike, il quale vorrebbe liberarsi da tutte le complicazioni che questa comporta. Dal surreale incontro tra “umano e sindrome” prende avvio il viaggio di formazione del protagonista che si sviluppa su due fronti: da un lato, Mike torna indietro nel tempo alla scoperta della storia e dello sviluppo della Tourette; dall’altro, si immerge in sé stesso confrontandosi con le proprie paure.
Solo dopo aver affrontato la parte più oscura del suo io, Mike potrà riemergere e rinascere con una nuova consapevolezza: la Tourette non è un nemico da combattere, ma una compagna con la quale instaurare una pacifica convivenza e dalla quale trarre forza. Il suo talento musicale, per esempio, è il dono più grande che Lady Tourette gli abbia fatto.
L’incoraggiante messaggio finale è valido per chiunque: bisogna amarsi così come si è, seguendo le proprie passioni senza lasciarsi mai scoraggiare dalle difficoltà.
Lady Tourette funziona e l’entusiastica reazione della platea ne è la conferma. I personaggi sono ben costruiti; i dialoghi e i monologhi sono acuti e carichi di umorismo; belle e originali le coreografie danzanti e corali; interpretazione credibile e coinvolgente degli attori “pluri-talentuosi” – le cui attitudini personali sono state valorizzare ad hoc dalla regista – che passavano dalla recitazione, al canto e alla danza con una naturalezza e una maestria sorprendenti. Vincente l’idea di “fare in quattro pezzi” la sindrome, rendendo in tal modo la polimorfia della Tourette a livello scenico.
La collaborazione tra l’AIST e BisLuck si è rivelata un successo: Lady Tourette arriva dritto al cuore di tutti gli spettatori – tourettici e non, grandi e piccini – smuovendo le coscienze, informando, appassionando, creando immedesimazione e comunanza. Sarebbe auspicabile che questa iniziativa desse l’input alla realizzazione di altri progetti simili, coinvolgendo soprattutto le scuole per estirpare dalla base i germi del pregiudizio e della discriminazione.
Con Lady Tourette il teatro smitizza lo stereotipo che negli ultimi tempi lo ridimensionava a “fenomeno di élite” e si riappropria della sua congenita funzione sociale.
Se ve lo siete perso, fate ancora in tempo a recuperare! Il tour prevede altre due tappe: il 30 aprile a Roma e il 14 maggio a Foggia.
La Compagnia BisLuck è stata una piacevole scoperta, sicuramente da tenere d’occhio per le rappresentazioni future!
Giusy D’Elia
Photo credits Viviana D’Agnello
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