Tengo scritto Gioconda in fronte?
Enigmatica, sensuale, misteriosa.
Così appare la Gioconda agli occhi dei visitatori del Louvre che ogni giorno si recano a farle visita.
E lei sorride.
Considerato uno, se non forse il quadro più famoso al mondo, la Gioconda di Leonardo o Monna Lisa vede la luce a Firenze intorno al 1503.
Il soggetto ritratto sarebbe Lisa Gherardini, moglie di Messere Francesco Giocondo da cui prenderebbe il nome. Il Monna che viene posto dinanzi al nome Lisa è infatti il diminutivo di Madonna, derivante dal latino Mea Domina (mia signora) con il quale era solito riferirsi a una signora.
Leonardo avrebbe realizzato dunque questa opera su commissione – ricordiamo, infatti, che era prassi comune possedere un proprio ritratto, meglio ancora se firmato da un astista di fama mondiale – che avrebbe poi portato con sé in Francia.
Ora, non si sa effettivamente se Leonardo lo abbia lasciato lì insieme ad altre opere o lo abbia venduto al Re Francesco I, fatto sta che gli italiani ancora oggi non riescono ad accettare che Monna Lisa sia esposta al Louvre.
Nel 1911, infatti, la Monna Lisa sparì nel nulla.
Come era stato possibile, nonostante le guardie del museo fossero addestrate a praticare judo? Mistero.
Più il fatto che le guardie praticavano judo che il furto di per sé. Autore del ladrocinio era stato Vincenzo Peruggia, patriota fino all’osso convinto che Napoleone avesse sottratto la Gioconda all’Italia.
Con molta nonchalance, il Peruggia aveva preso l’opera dalla sua postazione e l’aveva portata con sé in un ripostiglio per toglierla dalla cornice.
A quel punto, sarebbe uscito senza alcun problema dal Louvre col quadro sotto al cappotto e lo avrebbe portato a casa con sé, dove sarebbe rimasto per due mesi. Probabilmente non sarebbe mai stato scoperto se non avesse avuto la brillante – ma neanche troppo – idea di rivenderlo.
Contattò un antiquario fiorentino che insieme all’allora direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, riuscì a togliere il quadro dalle mani del Perrugia.
Nota positiva di questo furto fu che, grazie ai buoni rapporti intrattenuti tra Francia e Italia, per un periodo la Monna Lisa fu esposta nella sua terra natia per fare poi ritorno nella sua patria di adozione.
Ma le peripezie della Gioconda non finiscono qui: non solo fu rapita ma in seguito fu anche deturpata sulla parte inferiore da dell’acido e fu anche colpita da un sasso.
Eppure, non ha mai smesso di sorridere.
La Monna Lisa, infatti, affascina tutti per quel suo sorriso appena accennato, che è la prima cosa che uno spettatore nota nel guardarla.
Le mani poggiate sull’addome, i lunghi capelli sciolti la rendono diversa e più naturale rispetto alle pose plastiche e impostate degli altri dipinti dell’epoca. Il busto posto verso sinistra ma lo sguardo volto verso lo spettatore, coperto da un sottilissimo velo nero che veniva usato dalle donne in dolce attesa o che avevano appena avuto un bambino.
Un paesaggio naturalistico alle sue spalle e gli occhi sempre attenti su chi le sta intorno. Perché, per chi non lo sapesse, la Monna Lisa ti segue con lo sguardo.
Ovunque tu ti metta.
Maria Rosaria Corsino
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