Vero o falso? Leggende su Dostoevskij
Celebre romanziere russo, Fëdor Dostoevskij è da sempre ritenuto uno dei migliori scrittori del suo secolo.
Innovatore e rivoluzionario, portò quella ventata di modernità anche nei suoi romanzi, il più famoso “Delitto e castigo”.
Molti lo ritennero attaccato alle tradizioni, bigotto e, addirittura antisemita.
Insomma, c’è chi lo ama e chi lo odia.
Ma capiamo il perché.
Frequentava bordelli
Lo scrittore intratteneva rapporti sessuali promiscui. Lui stesso dichiarò di aver frequentato i bordelli di San Pietroburgo da giovane.
Proprio in “Memorie dal sottosuolo” si legge: “Mi vergognavo. Arrivavo al punto di sentire un segreto anormale, vile piaceruzzo nel ritornare talvolta nel mio cantuccio, in qualche obbrobriosa notte pietroburghese, e rendermi conto intensamente che ecco, anche quel giorno avevo di nuovo commesso una bassezza”.
Nonostante fossero parole del protagonista, c’è chi afferma che l’autore stesse descrivendo sé stesso.
Probabilmente per la sua insicurezza, Dostoevskij in gioventù frequentò donne a pagamento. Una volta adulto però la situazione mutò e addirittura si sposò 2 volte.
Accusato di pedofilia
A sporcare la reputazione del romanziere però si mise anche il critico letterario Nikolaj Strakhov che, nel 1883, scrisse a Tolstoj di non poter parlare bene del collega dato che conosceva degli oscuri segreti su di lui.
Il critico si riferiva alla presunta pedofilia dell’autore, confutata dalla moglie dopo la sua morte. Si venne a scoprire che era tutto falso e Strakhov ideò questa vendetta dopo aver scoperto alcuni taccuini del romanziere in cui c’erano scritte considerazioni non felici sullo stesso critico.
Insomma, un’orribile macchia che ha perseguitato perfino l’anima di Dostoevskij.
Era antisemita
Tra le più comuni dicerie sullo scrittore, non passa inosservata quella che lo riteneva antisemita. Da “Diario di uno scrittore” si leggono molte critiche agli ebrei, che poi sarebbero le stesse riservate alle altre etnie.
In realtà Dostoevskij amava solamente il popolo russo, infatti, ne “La questione ebraica” afferma che non può occuparsi dei problemi degli ebrei perché anche i russi soffrono e vivono condizioni di grandi difficoltà.
“Posso dirvi che non sono affatto un nemico degli ebrei e non lo sono mai stato”. Queste le parole dell’autore per chiudere la faccenda.
Beh, il suo era un amore sconsiderato verso i russi.
Abbandonò la moglie moribonda
Altra questione che macchia la figura del famoso autore è il fatto che fu accusato di aver abbandonato la moglie morente e di essere scappato con l’amante.
Dostoevskij sposò Marija, una donna bella e vivace, ma il matrimonio non fu felice. In viaggio di nozze iniziarono i primi attacchi di epilessia dell’autore e da lì la rottura dei rapporti con la donna.
Lei si ammalò di tubercolosi, ma Dostoevskij la portò dai migliori medici del paese e rimase con lei fino alla fine.
Dichiarò poi che l’aveva amata molto, anche se non avevano vissuto una vita matrimoniale felice.
Insomma, il romanziere non era quello che si dice uno “stinco di santo”, ma neanche tanto diverso dalle personalità che si fecero strada nel mondo letterario di quel periodo.
Conservatore e tradizionale, ma anche fuori dagli schemi. Nei suoi romanzi policentrici si identificano numerosi personaggi, ognuno con una personalità ed un carattere differente.
Un viaggio nelle menti, ecco come si potrebbero descrivere i suoi capolavori.
E forse, anche per questo motivo, fu bersaglio di critiche e calunnie che lo accompagnarono anche dopo la morte.
Martina Maiorano
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